Si è svolta oggi a Milano la manifestazione nazionale indetta dai sindacati di base per chiedere il cessate il fuoco in Palestina. Manifestazione molto partecipata, partita con il concentramento in piazzale Loreto e conclusasi in piazza Cairoli.
Quando meno di un mese fa i giovani palestinesi hanno lanciato l’idea di una manifestazione nazionale a Milano, con l’appoggio dello sciopero generale dei sindacati di base il venerdì precedente alla manifestazione, qualcuno non credeva che sarebbe riuscita. Come dire: “Le manifestazioni nazionali si fanno a Roma e poi le possono indire solo le grandi organizzazioni!”. Invece no, ce l’hanno fatta: è stato un gesto coraggioso, un’idea grande che ha avuto successo. In questo periodo di massacri è difficile organizzare grosse iniziative col giusto anticipo, perchè se da una parte è grande l’urgenza e quindi poco il tempo per organizzarle, dall’altra quello stesso tempo è troppo, per tutto quello che può accadere nei luoghi dove le stragi avvengono.
Se qualcuno poi era in dubbio sulla partecipazione alla manifestazione di oggi, le immagini di ieri delle botte della polizia ai ragazzi e alle ragazze e la risposta commovente della città di Pisa hanno dato l’ultima spinta e la voglia di esserci è cresciuta. Le previsioni del tempo avevano annunciato un temporale verso le quattro e così è stato, ma nonostante ciò nessuno si è fermato. Arrivando in metropolitana già si vedeva un fiume di persone di tutte le età, incluse famiglie coi bambini di sette o otto anni. Se “giovani e anziani” ci sono quasi sempre, questa volta erano presenti anche gli altri. Arrivando a Loreto già perdevi l’orientamento e il corteo sembrava potersi dirigere in ognuna delle tante arterie che partono da quella piazza. Poi la marea si è mossa come un liquido e si è capito dove andava, in una direzione non scontata perchè ogni strada già traboccava.
Un percorso ad ostacoli in mezzo a viali e controviali, marciapiedi, parcheggi e aiuole, ma il fiume era in piena e con grande compostezza e determinazione andava avanti. Bandiere palestinesi ovunque: centinaia quelle che sventolavano, diverse quelle giganti portate in orizzontale.
Una di quelle manifestazioni dove non incontri coloro ai quali avevi dato appuntamento, ma magari rivedi gli amici bresciani o torinesi che non ti aspettavi di vedere. Diversi i camion e quindi “i palchi semoventi”, gli slogan e i discorsi.
E tutti attenti e partecipi agli uni e agli altri.
A volte vi sono cortei dove metà delle persone che sfilano parlano col solito amico o amica a fianco. Stavolta no, tutti e tutte guardavano avanti, non a terra. Ascoltavano, gridavano, applaudivano. Arrivati verso la fine la pioggia aveva già smesso da un po’, non si capiva se facesse caldo o freddo, ma la soddisfazione c’era. La polizia è stata al suo posto, dall’elicottero sulle nostre teste avranno fatto meravigliose riprese che non ci faranno mai vedere. Loro sapranno bene quanti siamo, ma non ce lo diranno.
Dal palco dicevano 50.000: forse non era così, ma non eravamo neanche troppo lontani da quella cifra e comunque i tanti pullman che si vedevano parcheggiati intorno al parco Sempione scaldavano il cuore.
“Siamo tutti palestinesi”, ancora di più. E sicuramente, chi oggi c’era sapeva che si manifestava per quello che succede in Palestina, ma anche per quello che succede da noi, che ha lo stesso cattivo odore di fondo…
Clicca qui per vedere l’articolo originale e le fotografie della manifestazione |