Rassegna 17/03/2024
Pfas e Solvay: un buco nell’acqua senza un salto di qualità delle Associazioni.
Su Pfas e Solvay le Associazioni ambientaliste, con gli studi legali appropriati, dovranno fare un salto in avanti. Lo dico per Movimento di lotta per la salute Maccacaro, e a Legambiente, WWF, Greenpeace, Medicina democratica, che negli anni ho direttamente o indirettamente rappresentato. Aggiungo soprattutto ISDE Medici per l’Ambiente, e quanti altri ci stanno ascoltando.
Le Associazioni non possono accontentarsi di esposti in Procura e di costituirsi parti civili nel processo-bis di Alessandria contro Solvay. Troppo comodo e ininfluente accodarsi ai PM (e affiancarsi a chi, come il sindaco, semmai dovrebbe sedersi sul banco degli imputati). Troppo comodo e ininfluente accontentarsi di una futuribile sentenza che non bloccherà le produzioni di Pfas a Spinetta Marengo, e neppure le altre ancor più tossiche e cancerogene, di una minimale sentenza che comunque sarà ingiusta nei confronti delle Vittime: senza risarcimenti a morti e ammalati. Più in là di tanto non va la giustizia penale. Mentre, senza campanilismi, invece le Associazioni possono, e devono, assolvere un ruolo più importante, su un piano fattuale ed etico. Dunque fare un salto di qualità, anzi un triplo salto in lungo.
Innanzitutto, usando le proprie innegabili risorse, nei confronti di Solvay devono con avvocati e medici legali avviare azioni inibitorie e risarcitorie in sede civile: queste potrebbero determinare la fermata degli impianti inquinanti e l’avvio di monitoraggi di massa, ma senz’altro sono in grado di assicurare i risarcimenti alle Vittime, morti e ammalati, con un minimo di equità. Fare finalmente un po’ di Giustizia! L’azione di “class action” è conosciuta e proficuamente praticata nel mondo: è tempo che in Italia sia Solvay la prima multinazionale chimica a pagare lo scotto (come incitava il Procuratore generale di Cassazione). Non dimentichiamo che Solvay, con le sue due unità di Spinetta e Bollate, è il principale imputato degli avvelenamenti di Pfas documentati da Greenpeace rispettivamente in Piemonte e in Lombardia.
A fronte del disastro ambientale e sanitario, Comitati e Associazioni hanno chiesto, con esaustivi manifesti, ma separatamente, la messa al bando dei Pfas. Ma né Comune e Regione, a livello locale, né Governo, a livello nazionale, hanno provveduto, nascondendosi dietro il dito di una “imminente” restrizione a livello europeo. Dunque, prima che i Pfas determino ulteriori decenni di Vittime, come per l’amianto, è fondamentale che le Associazioni riprendano con urgenza il disegno di legge (Crucioli) che giace in Parlamento e si unifichino in una unica campagna nazionale di messa la bando della produzione e dell’utilizzo dei Pfas, alla quale far aderire centinaia di migliaia di italiani: i nostri 40mila della Rete Ambientalista sarebbero i primi ad associarsi, perfino con una sottoscrizione per la “class action”.
Insomma, onestamente va detto: senza questo salto di qualità delle Associazioni sulla questione eco sanitaria “Pfas e Solvay”, si farebbe il solletico ad un colosso come Solvay e un danno irreversibile al Paese.
Lino Balza Movimento di lotta per la salute Maccacaro
Pfas solo la punta dell’iceberg.
Ad Alessandria, con Greenpeace la preziosa collaborazione risale al lontano 1992, quando, con l’altrettanto giovane Ivan Novelli, ora presidente dell’associazione, organizzammo (vedi foto) la scalata alle ciminiere del polo chimico di Spinetta Marengo avviando quella protesta che portò alla messa al bando mondiale dei CFC (clorofluorocarburi) responsabili del buco dell’ozono, evitando così milioni di tumori della pelle e glaucomi.
Con lo stesso auspicio si è svolta la serata del 15 marzo 2024, organizzata ad Alessandria da Greenpeace, inserita nell’attualità nazionale dell’allarme Pfas. Clicca qui la trascrizione dell’intervento di Lino Balza, che mette in guardia a considerare che i Pfas sono solo la punta dell’iceberg della catastrofe ambientale sanitaria ad opera di Solvay: appena la “punta dell’iceberg” della ventina di sostanze tossiche e cancerogene emesse da Solvay in suolo, acqua e soprattutto aria.
Adelante, Cgil, con juicio, si puedes.
Avevamo, anche come iscritti, stimolato più volte la CGIL (non solo di Alessandria) a occuparsi della catastrofe eco sanitaria della Solvay di Spinetta Marengo. Esempio clicca qui con lettera PEC al segretario generale della Camera del lavoro di Alessandria, Franco Armosino. L’invito pressante era di partecipare con Comitati e Associazioni alle azioni verso Solvay a tutela della salute e dei diritti dei lavoratori e dei cittadini.
Finalmente, stante CISL e UIL sempre assenti, la CGIL annuncia che chiederà di costituirsi parte civile nel prossimo processo-bis con l’ipotesi di reato di disastro ambientale colposo. Lo fa con molta prudenza: senza formulare precise accuse all’azienda ma specificando che rappresenterebbe “persone potenzialmente esposte a inquinanti antichi e recenti”. “Potenzialmente”: l’inquinamento (dai dati Arpa) e le morti e le malattie (dalle indagini epidemiologiche) non sono, per Armosino, certezze ma… ipotesi. Come non avesse neppure in mano le cartelle delle analisi dei lavoratori.
Tant’è che la CGIL di Alessandria, a differenza della consorella di Vicenza (per Miteni), si è ben guardata finora da aprire vertenze Inail e giudiziarie Solvay per ottenere risarcimenti per le morti e le malattie dei lavoratori dello stabilimento chimico di Spinetta Marengo. E non venga a raccontare che i risarcimenti verranno dal processo-bis: essendo anche esso circoscritto al reato di disastro ambientale ed escludendo i danni alle Vittime. O che “si apriranno benefici previdenziali”: bella consolazione.
Fuori le grandi navi.
Fuori ora e per sempre dalla Laguna. No agli scavi di nuovi e vecchi canali. Clicca la locandina.
Onu: In 4 mesi di guerra a Gaza uccisi più bambini che in 4 anni in tutto il mondo.
Save the Children: ‘Devastata la loro salute mentale’. Clicca qui.
La questura non voleva striscioni appesi.
Sette attivisti di Extinction Rebellion si erano calati dal tetto dell’Oval Lingotto, con corde e imbraghi, appendendo un grande striscione con scritto “Qui si finanzia guerra e crisi climatica”, per contestare l’Aerospace and Defence Meeting. In nove erano stati trattenuti in Questura, dove venivano prese loro le impronte digitali e fatte le foto segnaletiche, per essere poi rilasciati con denunce per sei capi di imputazione e quattro fogli di via, che li hanno costretti a lasciare la città entro 24 ore. Ora, dopo l’archiviazione delle denunce a gennaio, sono stati sospesi anche i fogli di via obbligatori comminati a quattro attivisti dal Questore di Torino.
Spezzare le catene.
Un libro per non distogliere lo sguardo dalla realtà del nostro tempo, cercare di capire le cause del problema, riconoscere e sostenere i percorsi credibili di un’economia al servizio della persona e della società.
Chiediamo di chiudere l’impianto.
Egr. Gilberto Pichetto Fratin ministro dell’Ambiente, le scrivo per segnalare un preoccupante picco di benzene rilevato alle 2 di mattina di oggi 17 marzo nel quartiere Tamburi di Taranto: un valore di 61 microgrammi per metro cubo come media oraria, ben al di sopra del valore di soglia di 27 microgrammi a metro cubo adottato come riferimento dalla comunità scientifica e dallo stato della California. Nella nostra normativa purtroppo non vi sono valori di soglia per i picchi di benzene. Il benzene è una sostanza cancerogena certa, che può provocare leucemie e altri gravi problemi di salute. Non è la prima volta che si verifica un picco di benzene.. (continua cliccando qui)
L’inceneritore s’ha da fare.
Il Consiglio di Stato ha respinto tutti i ricorsi delle associazioni ambientaliste contro il “termovalorizzatore” da 600.000 tonnellate che il sindaco Roberto Gualtieri esalta come la soluzione finale ai problemi dei rifiuti di Roma. Clicca il commento di Gianfranco Amendola: Il Consiglio di Stato approva l’inceneritore: ma dove vive?
Impianti eolici impattanti nell’appennino tosco-emiliano.
Da Italia Nostra sezioni Valmarecchia, Firenze e Forlì-Cesena, WWF Forlì – Cesena e Rimini, I Cammini di Francesco in Toscana, Club Alpino Regione Toscana, Associazione D’là de Foss, Amici della Terra, L’Astrolabio, Atto Primo salute ambiente e cultura, Mountain Wilderness Italia, Associazione Chiocciola, è stata inviata una lettera aperta ai presidenti delle regioni Toscana ed Emilia Romagna, rispettivamente Eugenio Giani e Stefano Bonaccini, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sui rischi connessi ad installazioni di impianti eolici estremamente impattanti sul fragile territorio appenninico del Montefeltro: clicca qui.
Insegnanti di sostegno, una giostra. Cambiano per il 60% degli alunni.
La “giostra-girandola-altalena”, ormai cronica, di docenti per il sostegno agli alunni e alle alunne con disabilità è gravissima: una situazione che determina di fatto l’impossibilità di assicurare agli allievi con disabilità quella continuità didattica che è un fattore determinante per favorirne il successo formativo.(continua…)
Tutto giace e tutto tace, di fronte alla drammatica realtà in cui versa il Collocamento Disabili italiano.
Sulla reale situazione del lavoro delle persone con disabilità disponiamo di un’accozzaglia di dati poco attendibili, contraddittori, la quasi totalità obsoleti, altri inaffidabili, e nell’insieme tutti inutili, perché non servono a valutare il quadro attuale e tanto meno a programmare politiche attive efficaci, per gestire al meglio il sistema di collocamento. Ma nessuno solleva il problema e tanto meno le Istituzioni preposte lo affrontano. (continua…)
Inquinamento Genova.
L’inquinamento atmosferico, nella media annuale, a Genova diminuisce troppo lentamente: di questo passo NEANCHE NEL 2030 si potrà sperare di rientrare nei nuovi valori limite che stanno per essere adottati dall’Europa. Il PM10 dovrà essere ridotto del 7%, ma soprattutto gli OSSIDI D’AZOTO (NO2) DEL 34% ENTRO IL 2030. Si devono dunque raddoppiare gli sforzi per trasporti e riscaldamento elettrico e zero emissioni. Clicca qui Legambiente.
Una nuova Caffaro.
A Brescia, Legambiente ha presentato un esposto alla Procura denunciando i veleni cancerogeni nella falda acquifera e l’OK all’impianto nonostante il parere dell’Arpa.
Save Our Struggles Salvate le nostre lotte · · · — — — · · ·
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