Davide Donateo – 13/04/2024
La conferma della relazione tra vaccino SARS-CoV-2 mRNA e i tumori turbo cresciuti esponenzialmente dal 2021 in poi arriva da uno studio peer reviewed condotto da luminari Giapponesi e pubblicato su Cureus.
Un recente studio giapponese ha sollevato un’allarmante questione legata all’aumento dei casi di cancro in seguito alla somministrazione della terza dose del vaccino contro il COVID-19. Questa ricerca ha rilevato un netto incremento dei tassi di mortalità per alcuni tipi di tumori, definiti “turbo tumori“, dopo che la maggior parte della popolazione nipponica ha ricevuto la terza dose o dosi successive del vaccino mRNA contro il COVID-19.
L’articolo scientifico, pubblicato su Cureus, un repository accademico, analizza dettagliatamente l’impatto della pandemia da COVID-19 e della campagna di vaccinazione su larga scala sulla mortalità dovuta al cancro. Nel corso del 2020, primo anno della pandemia, si sono manifestate significative variazioni nella mortalità per tumore, con alcune fasce di età che evidenziavano un aumento dei decessi, probabilmente dovuto alla limitazione delle cure antitumorali causata dalle famigerate restrizioni pandemiche.
Tuttavia, è stato nel 2021 e nel 2022, secondo e terzo anno della pandemia, che si è registrato un preoccupante aumento della mortalità per cancro. Non solo si è verificato un significativo incremento dei decessi per tutti i tipi di tumore, ma sono emersi anche i “turbo tumori“ – nello specifico, cancro ovarico, leucemia, tumori alla prostata, tumori del labbro/orali/faringei, del pancreas e della mammella – caratterizzati da tassi di mortalità particolarmente elevati.
L’incremento dei tassi di mortalità è stato osservato soprattutto nelle fasce di età più avanzate, con un notevole eccesso di mortalità mensile a partire dall’agosto 2021, periodo in cui è stata avviata la vaccinazione di massa della popolazione generale in Giappone.
Il rapporto sottolinea inoltre i potenziali rischi associati al vaccino contro il COVID-19 a base di mRNA per lo sviluppo e la progressione del cancro. Si ipotizza che l’alto numero di mRNA-LNP inoculati possa influenzare la formazione di coaguli, sopprimere la sorveglianza immunitaria nei confronti del cancro e persino contribuire direttamente allo sviluppo del tumore.
Un altro aspetto è rappresentato dalla possibile interferenza della proteina spike del virus con alcuni recettori cellulari, scatenando reazioni infiammatorie autoimmuni e compromettendo la funzione di geni cruciali nella prevenzione del cancro, come BRCA1 e BRCA2.
Questi risultati sono stati ulteriormente avvalorati dalle osservazioni sugli effetti collaterali dei vaccini mRNA, che potrebbero contribuire all’immunosoppressione e alla riattivazione di virus latenti, aumentando così il rischio di sviluppare specifici tipi di tumore.
Il Prof. Francesco Schittulli, Presidente della Lega Italiana Lotta ai Tumori e membro della Commissione Oncologica Nazionale del Ministero della Salute, ha sollevato seri dubbi sul legame tra i vaccini Covid e l’inquietante aumento dei casi di tumori, soprattutto tra le donne sotto i 40 anni. Schittulli ha dichiarato: “Lo scorso anno, 11.000 donne sotto i 40 anni hanno sviluppato il cancro al seno su un totale di 60.000. Non sono un oppositore dei vaccini, ma è necessario esaminare attentamente tutti i danni nel loro complesso.”
Anche il professor Harvey Risch ha condiviso le sue riflessioni sui recenti sviluppi del “turbo-cancro“, della vaccinazione e della gestione del COVID-19. Secondo Risch, esistono prove che suggeriscono un aumento esponenziale dei casi di cancro dopo la vaccinazione contro il COVID-19. Risch è professore emerito di epidemiologia e Ricercatore Senior in Epidemiologia (Malattie Croniche) presso il Dipartimento di Epidemiologia e Sanità Pubblica della Yale School of Public Health e della Yale School of Medicine.
Anche un terzo studio ha analizzato i dati relativi alle morti per cancro tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 44 anni vaccinati contro il coronavirus, segnalando un aumento senza precedenti. Il dettagliato rapporto di Edward Dowd, esperto di dati ed ex gestore di hedge fund, mette in luce questa inquietante tendenza, con una percentuale di mortalità per tumori rapidamente metastatici che raggiunge livelli record.
È fondamentale sottolineare che lo studio presenta alcune limitazioni e che ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati e comprendere appieno i meccanismi coinvolti.