Venerdì 26 aprile, h. 18:00, in Casa del Popolo – Estella, via Martinetto 5 Torino
Nelle prossime settimane l’Italia ospiterà la presidenza del G7, il Forum intergovernativo delle sette nazioni più importanti dal punto di vista economico, politico, finanziario e militare. Un appuntamento che coinvolge anche il Piemonte, dove a Venaria Reale tra il 28 e il 30 aprile si terrà il G7 su Clima, energia e ambiente. Al centro del dibattito, troveranno spazio tematiche come “il nucleare sostenibile, il contrasto alla desertificazione e il rafforzamento della sicurezza, in particolare per la catena di approvvigionamento dei minerali critici necessari per lo sviluppo delle rinnovabili, con un focus sull’Africa”. Gli intenti di questa tre giorni, al di là delle belle parole usate dal ministro Fratin per dipingere l’Occidente come attento e premuroso nei confronti delle tematiche ambientali e al cambiamento climatico, cozzano violentemente con la realtà.
Il modo di produzione capitalistico, predatorio ed ecocida è la causa principale dell’infarto ecologico verso cui rischia di andare il nostro pianeta e la soluzione non può di certo arrivare da chi è diretto responsabile della situazione in cui ci troviamo e che oggi soffia ancora di più sui venti di guerra.
La guerra è la prima causa della devastazione ambientale: come pensano, alcuni dei più importanti paesi membri della NATO, di spingere sulla transizione energetica, senza tener conto della guerra che stanno portando avanti in Medio Oriente e in Africa?
Come si può parlare di “nucleare sicuro”, senza pensare all’utilizzo dual use di questa risorsa in uno scenario in cui la tendenza alla guerra e il rischio di un’escalation diventano concreti ogni giorno che passa?
L’appuntamento di Venaria non è altro che l’ennesimo greenwashing da parte dei paesi del Nord del Mondo: una politica che, dietro alla scusa dell’autonomia energetica e della svolta verde, autoassolve i paesi Occidentali, divide le nazioni in “ecologicamente virtuose” e “arretrate e inquinanti” e giustifica politiche di guerra e di colonialismo. Un esempio fra tutti è quello di Israele che mentre si vanta di “creare oasi dove c’è il deserto”, espropria terre e risorse idriche ai palestinesi nei territori occupati.
La presenza delle piattaforme Eni al largo delle coste di Gaza in area marittima palestinese, il saccheggio su larga scala operato dall’Occidente in Africa alla ricerca delle terre rare o di fonti di gas e petrolio alternative a quelle russe, gli accordi di ricerca tra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e Israele che passano per le nostre università, il “piano Mattei” del governo Meloni in salsa neo-coloniale, la strategia di Israele di negare acqua potabile e cibo a Gaza da mesi, ci dimostrano sempre di più che non può esserci giustizia climatica sotto guerra e occupazione.
Su questi temi vogliamo fare il punto, in vista del corteo che si terrà il 28 aprile a Venaria. Ne parliamo il 26 aprile alle ore 18 in Casa del Popolo Estella (via Martinetto 5h, Torino) con:
- Antonio Mazzeo, giornalista e saggista antimilitarista ed ecopacifista
- Angelo Tartaglia, fisico e docente al Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia del Politecnico di Torino
- BDS Torino
- Cambiare Rotta
- Francesca Frediani Consigliere Regionale
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