Davide Donateo – 27/04/2024
Ci sono argomenti che una volta erano relegati ai margini; argomenti etichettati come “teorie del complotto” e “Fake News” che si stanno rivelando verità che non possono essere ignorate. Fra questi, il brevetto di Moderna per le tecnologie utilizzate nelle iniezioni COVID.
Il voluminoso brevetto di 248 pagine, depositato nel 2020, relativo alla tecnologia impiegata da Moderna nelle iniezioni anti-COVID, dettaglia una varietà di incarnazioni o varianti di questa sofisticata tecnologia. Nonostante la documentazione dettagliata, resta incerto chi abbia ricevuto quale specifica variante, dato che come sappiamo sono stati distribuiti numerosi lotti. Come abbiamo riferito in diversi articoli su News Academy Italia, alcune di queste varianti si sono rivelate notevolmente più letali rispetto ad altre.
Il brevetto di Moderna rivela che la tecnologia impiegata nei sieri a mRNA può sfruttare nanoparticelle autoassemblanti. Queste particelle, in determinate varianti, sono progettate per il rilascio controllato di specifici composti una volta introdotte nel corpo umano. Le nanoparticelle, di natura lipidica, sono racchiuse entro un idrogel polimerico. Questo gel agisce come un sistema a rilascio programmato, contenente polivinili, che regola l’emissione dei composti attivi. La validità e l’efficacia di questa metodologia sono state confermate dalle ricerche condotte da Ana Mihalcea e Clifford Carnicom del Carnicom Institute, le quali sottolineano l’avanzamento e la precisione della tecnologia di rilascio.
Il campo delle nanoparticelle ha visto sviluppi significativi, come quelli presentati in Israele da Ido Bachelet in una conferenza TEDMED nel 2013. Bachelet ha descritto come i nanorobot, che possono essere iniettati nel corpo, siano in grado di riconoscere e colpire specifiche cellule malate senza danneggiare le cellule sane circostanti. Questi nanorobot sono progettati per essere attivati o disattivati esternamente.
“Il mio team ha sviluppato nano-robot dotati di antenne. Queste antenne sono realizzate con nanoparticelle metalliche. Ora l’antenna consente ai nanobot di rispondere ai campi elettromagnetici applicati esternamente. Quindi queste versioni di nanobot possono effettivamente essere attivate premendo un pulsante su un joystick”.
Nel video successivo, datato 2015, gli sviluppatori approfondiscono ulteriormente il concetto dei nanorobot. Il dottor Ido Bachelet spiega che il nanorobot da loro progettato e realizzato in Israele è una macchina programmabile in grado di riconoscere autonomamente le cellule bersaglio e di consegnare carichi utili specifici a tali cellule. George Church aggiunge che l’idea fondamentale dietro questo nanorobot è quella di creare una sorta di “gabbia” o “cestino” che protegga un carico fragile, tossico o prezioso e lo rilasci solo nel momento opportuno. La struttura del nanorobot, descritta dal dottor Bachelet, somiglia a un barile aperto o a una conchiglia composta da due parti. Le due metà di questa struttura sono connesse da cerniere flessibili di DNA, e l’intero meccanismo è mantenuto chiuso da dispositivi di bloccaggio che, sorprendentemente, sono doppie eliche di DNA. Il funzionamento di questo sistema è dettagliato dal dottor Bachelet: in assenza della “chiave”, che può essere una molecola o una proteina, i segmenti di DNA mantengono la struttura chiusa. Tuttavia, quando la “chiave” è presente, il segmento di DNA progettato per riconoscerla si lega ad essa, aprendo le cerniere e rilasciando il carico utile.
La Peggiore delle Ipotesi…
Il lavoro condotto dal team di Todd Callender sul sito vaxxchoice.com, che conferma quanto sostenuto dai ricercatori spagnoli della Quinta Columna, ha portato alla conclusione che le iniezioni anti-COVID contengono una serie di agenti patogeni sintetici. Questi agenti, secondo le loro analisi, possono essere attivati da frequenze esterne, come quelle, per esempio, utilizzate nella tecnologia 5G.
Questa scoperta trova riscontro nel brevetto di Moderna, che descrive dettagliatamente una serie di nanoparticelle progettate per imitare la diffusione di vari agenti patogeni. All’interno del brevetto sono elencati oltre un centinaio di questi agenti.
Secondo le indagini condotte da vaxxchoice, ogni agente patogeno sintetico presente nelle iniezioni anti-COVID è dotato di un indirizzo IP univoco. Questi agenti sono catalogati dal Dipartimento dell’Energia e utilizzano il cesio-137, un elemento con cui siamo stati contaminati dall’ambiente, come parte integrante per la loro costruzione all’interno del nostro corpo, sfruttando le frequenze esterne come mezzo di attivazione.
Ciò che emerge da questa ricerca è una connessione con il brevetto Microsoft – 060606 cryptocurrency system using body activity data – depositato nel 2020. Questo brevetto, descrive una tecnologia che trasforma il corpo umano in una sorta di antenna capace di emettere energia. Gli esseri umani verrebbero trasformati in vere e proprie “batterie” per alimentare una sorta di prigione digitale controllata dall’intelligenza artificiale. Ancora più preoccupante, la tecnologia includerebbe un “kill switch”, una sorta di interruttore di emergenza che potrebbe essere attivato qualora, ad esempio, un individuo scegliesse di non conformarsi al sistema.
Questa situazione è rappresentativa di un pericoloso momento storico in cui interessi privati di una piccola élite, con una lunga storia di coinvolgimento nell’eugenetica e nel controllo della popolazione, ottengono poteri illimitati sull’accesso alla salute di miliardi di persone. Nonostante gli sforzi dei ricercatori e degli scienziati indipendenti per comprendere appieno il loro programma, coloro che detengono questo potere agiscono impunemente, sfuggendo ad ogni forma di controllo da parte della giustizia.