Giorgia Audiello – 08/05/2024
L’azienda farmaceutica anglo-svedese AstraZeneca ha ritirato ufficialmente ieri dal mercato il suo vaccino anti-Covid in tutto il mondo, dopo averlo ritirato dal mercato europeo già lo scorso marzo. La decisione arriva dopo che il colosso farmaceutico ha ammesso per la prima volta in documenti giudiziari, nell’ambito di una causa collettiva nel Regno Unito, che il farmaco può causare effetti collaterali rari e pericolosi, fatto che la stessa azienda aveva negato fino a poco tempo prima. In particolare, l’azienda ha ammesso che “il vaccino in casi molto rari può causare Tts”, ossia sindrome da trombosi con trombocitopenia, caratterizzata da coaguli di sangue e bassi livelli ematici di piastrine. Tuttavia, il motivo ufficiale con cui la società ha giustificato il ritiro dal mercato del farmaco è che quest’ultimo non sarebbe più aggiornato: «nel frattempo sono stati sviluppati altri vaccini contro le nuove varianti e dunque c’è un surplus di prodotti. Ciò ha provocato un declino della richiesta per Vaxzevria, che in questo momento non è più prodotto o distribuito. Dunque, AstraZeneca ha deciso di ritirarlo, a iniziare dal mercato europeo», ha dichiarato l’azienda. La correlazione temporale tra l’ammissione degli affetti avversi e il ritiro sarebbe, dunque, una coincidenza, ma l’ammissione – secondo i media britannici – potrebbe comportare risarcimenti milionari da parte dell’azienda anglo-svedese. Essa, inoltre, riapre il dibattito sull’affidabilità e il criterio delle valutazioni delle agenzie del farmaco e, di conseguenza, sulle direttive impartite dai governi alla popolazione in tema di vaccinazioni e obblighi vaccinali.
L’ex primo ministro britannico Boris Johnson aveva definito il vaccino di AstraZeneca come «un trionfo della scienza britannica», mentre l’ex primo ministro italiano Mario Draghi aveva difeso il suo utilizzo, dopo i primi dubbi, facendoselo somministrare nei primi mesi di pandemia. L’EMA (L’Agenzia europea per i medicinali), invece, nel 2021 aveva dichiarato nella sua relazione sulla sicurezza che “Il vaccino AstraZeneca è sicuro, i benefici superano i rischi e non ci sono evidenze di un’associazione ad un aumento del rischio complessivo di eventi tromboembolici”, pur ammettendo però che “il vaccino può essere associato a casi molto rari di coaguli di sangue associati a trombocitopenia” e che questa possibilità avrebbe dovuto essere approfondita con nuovi studi e inserita nel foglietto illustrativo. Detto ciò, l’agenzia aveva lasciato l’iniziativa ai singoli governi che non hanno però mai indagato sui possibili eventi avversi: “Ogni Stato membro è libero di decidere come meglio articolare il proprio Piano vaccinale alla luce di queste osservazioni e quindi di decidere se riprendere o meno la somministrazione del vaccino AstraZeneca” aveva dichiarato la direttrice di Ema, Emer Cooke in una conferenza stampa, dopo che erano emersi i primi sospetti sulla sicurezza di Vaxzevria. In seguito, non solo i governi non hanno approfondito la sicurezza del farmaco, ma diversi l’hanno confermata senza ulteriori approfondimenti e in Italia sono stati promossi anche i cosiddetti “open-day vaccinali”. Proprio durante uno di questi ultimi, si era verificato il malore, in seguito all’inoculazione, della giovane Camilla Canepa, poi morta per trombosi causate dal vaccino. L’allora ministro della Sanità italiano, Roberto Speranza, nell’aprile 2021 aveva affermato in Parlamento che «AstraZeneca, come tutti gli altri vaccini messi in commercio in Europa, è un vaccino efficace e sicuro, è un vaccino che salva la vita delle persone. Lo abbiamo visto in modo particolare, analizzando i risultati ottenuti sul campo nel Regno Unito […]».
Proprio nel Regno Unito, tuttavia, è stata intentata la causa contro AstraZeneca: i cittadini che hanno portato il colosso in tribunale sostengono che Vaxzevria abbia provocato morti e lesioni gravi, chiedendo danni fino a 100 milioni di sterline per risarcire circa 50 vittime. Una di queste, ha riferito che il vaccino gli ha causato una lesione permanente al cervello, successiva a un evento trombotico, che gli ha impedito di lavorare. Pur contestando l’accusa, in uno dei documenti giudiziari l’azienda anglo-svedese ha dovuto ammettere che il vaccino può causare Tts in casi rari. Fino a quel momento, la multinazionale del farmaco aveva sempre negato gli effetti avversi, anche rari, non accettando l’affermazione generale secondo cui la Tts è provocata dal vaccino.
Anche a livello comunicativo, in Italia le informazioni su AstraZeneca sono state costantemente contraddittorie, anche da parte dei virologi, i quali ora – dopo l’ammissione sugli effetti avversi gravi – sono corsi ai ripari dicendo di avere sempre segnalato le criticità del farmaco: «Lo dissi nel 2021 che il vaccino AstraZeneca andava stoppato per tutti», ha scritto l’infettivologo Matteo Bassetti il primo maggio scorso in un post su X. Se si va bene a vedere, però, si trovano molte dichiarazioni a favore del vaccino a vettore virale da parte della “virostar”. Un articolo dell’Huffpost, ad esempio, riporta che, dopo la vicenda di Camilla Canepa, Bassetti avrebbe lanciato un appello ai ragazzi: «Devono stare tranquilli, in tutto il mondo i giovani sono stati sottoposti al vaccino e gli effetti collaterali sono stati minimi», avrebbe detto, sconsigliando Vaxzevria solo alle donne che assumevano la pillola anticoncezionale.
Considerando la recente ammissione dell’azienda sulla letalità di alcune reazioni e lo scarso approfondimento da parte delle autorità competenti – oltre ai tanti effetti avversi non segnalati – il sospetto è che le agenzie regolatrici del farmaco, i governi e le virostar da salotto televisivo abbiano, tutti insieme, fatto più gli interessi delle multinazionali farmaceutiche che non quelli dei cittadini. La stessa AstraZeneca continua a difendere il suo operato nonostante le richieste di risarcimenti milionari.