Progetto inceneritore di Roma, Consiglio di Stato respinge il ricorso di Legambiente

Legambiente Lazio – 20/06/2024

 

Il Consiglio di Stato respinge il ricorso Legambiente contro l’inceneritore, l’ultimo dei ricorsi ancora in piedi

Pubblicata dal Consiglio di Stato la sentenza con la quale si respinge l’ultimo ricorso ancora in piedi contro il progetto di Inceneritore a Roma, quello di Legambiente; viene fermata la battaglia giuridica dell’associazione, dopo il ricorso al TAR e quello al Consiglio di Stato portati avanti.

“L’impegno di Legambiente perché si avvii a Roma un grande percorso per l’economia circolare non si ferma di certo e anzi diventa ancor più incessante – commenta Roberto Scacchi, Presidente di Legambiente Lazio – nonostante una sentenza negativa per l’ambiente, per la gestione virtuosa dei rifiuti e per la salubrità dei territori, dove continua la falsa narrazione che l’impianto sarebbe necessario verso un Giubileo entro il quale, come tutti sanno, non ci sarà alcun inceneritore costruito”.

Il Giubileo partirà infatti tra 170 giorni, il prossimo 8 dicembre e il progetto non è neanche lontanamente realizzabile. Negli ultimi 2 anni l’associazione del Cigno Verde ha dedicato fortissimo impegno contro la scelta del termovalorizzatore, insieme all CGIL con una grande proposta alternativa ancora tutta validissima, informando i cittadini sui rischi e contrastandone la realizzazione nelle aule di giustizia attraverso il lavoro degli avvocati Diego Aravini, Micaela Chiesa e Umberto Fantigrossi, presidente e componenti del Centro di Azione Giuridica Nazionale di Legambiente.

“Non possiamo che ringraziare quanti ci hanno aiutato e continueranno a farlo, nella crescita della qualità nella gestione dei rifiuti romani, a partire dai legali che hanno permesso questi ricorsi – continua Scacchi-. Ci sono alternative sostenibili e innovative, nel pieno solco dell’economia circolare e chiediamo all’Amministrazione un nuovo slancio nella diffusione delle nuove isole ecologiche, della tariffa puntuale, del porta a porta e dell’aumento della differenziata e, soprattutto, oggi più che mai, nella realizzazione degli impianti dell’economia circolare a partire dai biodigestori anaerobici per la frazione organica che aspettiamo da troppi anni. Sui rifiuti romani la politica ha davvero veramente dato il peggio di sé: la maggioranza che ha scelto tutta di sostenere la scelta dell’incenerimento, il governo regionale attuale che non l’ha mai contrastata, quello nazionale che nonostante avesse la possibilità di fermare l’iter togliendo al commissario/sindaco i poteri speciali sui rifiuti se n’è ben guardato, ma anche quelle giunte capitoline degli anni addietro che prima condannavano Roma alla dittatura della discarica di Malagrotta e poi, nella passata consiliatura fallivano ogni obiettivo facendo sprofondare la città all’anno zero sui rifiuti. Ora analizzeremo ogni elemento del progetto presentato, contrastando ciascun potenziale danno per ambiente e salute e al sindaco Gualtieri, chiediamo di dar vita a quanto è mancato di sicuro, una fase di partecipazione collettiva attraverso un osservatorio cittadino, per monitorare il percorso per l’eventuale progetto di Santa Palomba. Se siamo stati al Consiglio di Stato l’ultimo argine giuridico contro il termovalorizzatore, continueremo ad essere il primo per l’economia circolare”.

Legambiente infatti, per continuare a informare e discutere, da appuntamento il 25 giugno a Roma, presso Villa Mercede in Via Tiburtina 113 per l’iniziativa “Perchè diciamo No all’Inceneritore” organizzata dai circoli romani “Le Perseidi” e “Gemme” e da Legambiente Lazio, insieme alla Rete Tutela Roma Sud

 

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PERCHE’ DICIAMO NO ALL’ INCENERITORE?
nell’ambito di “Roma merita di Meglio”, tour dedicato alla formazione sulla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti nella capitale


In vista dell’appuntamento PERCHE’ DICIAMO NO ALL’ INCENERITORE? che si svolge oggi nell’ambito di “Roma merita di Meglio”, tour dedicato alla formazione sulla gestione sostenibile del ciclo dei rifiuti nella capitale, Legambiente torna sulla gestione dei rifiuti attraverso l’iniziativa del circolo “Le Perseidi” di Roma – San Lorenzo

“Siamo molto preoccupati della scelta fatta dal comune di Roma di legarsi per più di 33 anni e per una quantità enorme di rifiuti, 600 mila tonnellate l’anno, alla tecnologia di incenerimento che già oggi è superata e poco rispettosa dell’ambiente e del principio su cui si basa l’economia circolare . così commentano i rappresentanti di Legambiente Le Perseidi e Legambiente Lazio dall’iniziativa – e inoltre produce CO2 che contribuisce ad alterare il clima! Siamo preoccupati perché l’inceneritore non chiude il ciclo, ma ogni anno produce più di 100 mila tonnellate di ceneri e 25.000 tonnellate di rifiuti pericolosi, comunque da smaltire (*). Siamo preoccupati perché la città rimarrà sostanzialmente sporca, in quanto continueremo ad avere i cassonetti stradali e l’esempio di Colli Aniene sta lì a dimostrarlo. Quando nel 2007 in quel quartiere è stato istituito il porta a porta si è avuto anche un deciso miglioramento della pulizia delle strade, poiché il degrado più vistoso era dato proprio dai cassonetti stradali. Nel 2020 si è tornati ai cassonetti stradali con il risultato che è tornato il degrado. Siamo preoccupati perché si è bloccata la raccolta differenziata: è dal dicembre 2015 che Roma ha superato il 40% di differenziata e dopo 8 anni siamo ancora lì senza miglioramenti sostanziali. Si è bloccato anche il programma di estensione del porta a porta (**) né si vede un impulso alla costruzione di altri Centri di Raccolta: ne è stato inaugurato solo uno quest’anno. Ad oggi ci sono solo 14 Centri, uno ogni 200.000 abitanti. Per averne uno ogni 40.000 abitanti ne servirebbero 70 e quindi sarebbe necessario progettarne altri 56! I 13 Centri di Raccolta nel 2022 hanno contribuito all’aumento della differenziata per più del 3% (fonte: Bilancio AMA). Per cui con altri 56 Centri di Raccolta potremmo avere un ulteriore incremento del 12%. Siamo preoccupati perché sarà difficile ottenere una riduzione della Ta.Ri., in quanto i costi di conferimento all’inceneritore sono alti ed è alta anche la quantità di rifiuti necessaria ad alimentare l’inceneritore: 600 mila tonnellate l’anno per più di 33 anni. Se poi in questi anni volessimo accrescere la differenziata, siamo comunque bloccati dal contratto che ci obbliga a conferire quelle quantità!”

Con la proposta di Legambiente e CGIL presentata già 2 anni fa, cioè con una riduzione dei rifiuti del 12% e una raccolta differenziata al 72% (con il porta a porta in tutta la città si raggiungono entrambi questi obiettivi) e l’attivazione di altre 5 filiere (plastiche miste, pannolini, terre di spazzamento, RAEE, inerti) è stata calcolata dal circolo “Legambiente – Le Perseidi” una riduzione dei costi di almeno 126 milioni l’anno, solo considerando il risparmio sullo smaltimento dell’indifferenziato (***). Dunque  oltre ad avere una città più pulita e una gestione dei rifiuti più
rispettosa dell’ambiente, i cittadini avrebbero anche una significativa riduzione della Ta.Ri. Ma nella città di tutto questo non si discute e si fa credere che l’inceneritore risolverà tutti i
problemi.

(*) per i termovalorizzatori attualmente in esercizio si veda la relativa tabella nel Rapporto Rifiuti 2023 di ISPRA.
(**) nel 2016 i cittadini serviti dl porta a porta erano 943.000, nel 2023 solo 912.000 (dal sito AMA) !!
(***) nel 2022 i rifiuti indifferenziati erano 862.000 tonnellate, nello scenario proposto da Legambiente l’indifferenziato si ridurrebbe a 230.000 tonnellate, quindi 632.000 tonnellate in meno rispetto al 2022. Moltiplicando 632.000 tonnellate per 200 €/tonn (stima per difetto del costo pagato da AMA) abbiamo un risparmio di oltre 126 milioni.

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