Rassegna 22/06/2024
Rachel Fink – 18 giugno 2024-Haaretz
Un documento dell’esercito israeliano mai visto prima fa emergere nuovi sorprendenti dettagli sui piani operativi di Hamas per invadere Israele. Il rapporto delinea l’ordine di Hamas di prendere in ostaggio tra i 200 e i 250 israeliani.
Un documento recentemente emerso rivela che l’esercito e l’intelligence israeliani avevano una conoscenza dettagliata del piano di Hamas di attaccare il territorio di Israele; anche riguardo al numero di ostaggi da catturare e ad istruzioni specifiche per il loro trattamento durante la prigionia.
Secondo un servizio trasmesso lunedì sera dall’emittente pubblica israeliana Kan, il documento, basato sulle informazioni dell’Unità 8200 dell’intelligence militare, ha cominciato a circolare il 19 settembre, meno di tre settimane prima del massacro del 7 ottobre.
Le fonti anonime che hanno fornito a Kan il documento affermano anche che il suo contenuto è stato portato all’attenzione di almeno alcuni alti ufficiali dell’intelligence ma apparentemente ignorato. Il documento evidenzia fino a che punto la Divisione Gaza dell’esercito israeliano fosse a conoscenza di un potenziale attacco alle comunità del confine meridionale di Israele.
Il documento, intitolato “Addestramento dettagliato su raid end-to-end”, rivela dettagli sorprendenti e inizia con la descrizione di una serie di esercitazioni condotte dalle unità d’élite Nukhba di Hamas nelle settimane precedenti la sua pubblicazione. Nel documento si legge: “Alle 11 del mattino, dopo la preghiera ed il pranzo, sono state osservate diverse unità convergere per le sessioni di addestramento”.
“Alle 12:00 sono state distribuite attrezzature e armi ai terroristi, quindi ha avuto luogo un’esercitazione dei comandi delle unità. Alle 14:00 è iniziato il raid.” Secondo il documento alle unità Nukhba è stato dato un ordine evidenziato nel documento: ispezionare l’area durante l’incursione e non lasciare documenti dietro.
Kan ha anche riferito che i commando di Hamas si esercitavano a infiltrarsi in un finto avamposto dell’esercito israeliano, simulando basi sul confine di Gaza. L’esercitazione è stata effettuata da quattro unità del gruppo terroristico e a ciascuna era stato assegnato un diverso avamposto.
Gli obiettivi del raid descritti nel documento, che includono le strutture di comando e controllo dell’esercito, le sinagoghe della base, i quartier generali a livello di battaglione, il quartier generale delle comunicazioni e gli alloggi dei soldati, rispecchiano fedelmente i luoghi colpiti dalle forze di Hamas nelle prime ore del mattino del 7 ottobre.
Una delle sezioni più scioccanti del rapporto dell’esercito riguarda le istruzioni relative alla presa di ostaggi, il cui numero è stimato tra 200 e 250, un numero sorprendentemente vicino ai 251 uomini, donne e bambini effettivamente presi prigionieri da Hamas.
Secondo il rapporto dell’intelligence ai terroristi di Hamas è stato detto di perquisire gli israeliani rapiti per sequestrare i telefoni, poiché agli ostaggi era vietato informare le loro famiglie della loro condizione ed è stato ordinato loro di spostare gli ostaggi in un luogo diverso se fosse diventato evidente che Israele aveva scoperto dove venivano tenuti prigionieri. È stato anche detto loro di minacciare di uccidere gli ostaggi come mezzo per scoraggiare i tentativi di fuga.
Sebbene il documento contenga dettagli mai visti prima, è solo uno di una lunga lista di rapporti che indicano fino a che punto gli alti ufficiali israeliani fossero stati avvertiti dei piani di Hamas di attaccare Israele.
Nel luglio 2023 un sottufficiale dell’intelligence militare ha avvertito i suoi comandanti che Hamas intendeva compiere un massacro nelle comunità di confine di Gaza.
Il sottufficiale ha scritto tre rapporti nei sei mesi precedenti l’attacco del 7 ottobre in cui avvertiva che Hamas aveva completato una serie di esercitazioni simulando un raid contro i kibbutz e gli avamposti dell’esercito sul lato israeliano del confine.
A ciò si aggiungono le soldatesse destinate a compiti di osservazione che, per quasi un anno prima del 7 ottobre, hanno segnalato ai loro superiori attività sospette riguardanti i preparativi di Hamas vicino alla recinzione di confine, tra cui l’attività di droni, i tentativi di mettere fuori uso le telecamere di sicurezza, l’uso estensivo di furgoni e motociclette e persino prove per il bombardamento dei carri armati.
Molte delle osservatrici sopravvissute hanno affermato che i loro ripetuti avvertimenti sono caduti nel vuoto presso i loro ufficiali in comando.
Come riportato da Kan, l’esercito israeliano ha annunciato all’inizio di questo mese che all’inizio di luglio inizierà a esaminare i suoi fallimenti nel periodo precedente al 7 ottobre. Secondo la leadership dell’esercito le indagini si concentreranno sulle unità militari ritenute coinvolte nell’aver ignorato i preparativi di Hamas e sottovalutato la capacità del gruppo di sferrare un attacco su larga scala, con particolare attenzione a manovre alla frontiera che risalgono al 2018. Una manciata di ufficiali di alto rango ha già annunciato l’intenzione di dimettersi una volta finita la guerra.
Mentre molti cittadini e parlamentari israeliani hanno chiesto ulteriori indagini sulla gestione politica che ha contribuito al 7 ottobre, il primo ministro Benjamin Netanyahu e i membri della sua coalizione hanno insistito affinché tali indagini aspettassero fino alla fine della guerra a Gaza.
(traduzione dall’Inglese di Giuseppe Ponsetti)
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