[SinistraInRete] Gianmarco Pisa: I cinque principi per la coesistenza pacifica e il ruolo del Partito comunista

Rassegna 07/07/2024

Gianmarco Pisa: I cinque principi per la coesistenza pacifica e il ruolo del Partito comunista

futurasocieta.png

I cinque principi per la coesistenza pacifica e il ruolo del Partito comunista

di Gianmarco Pisa*

Un’analisi in occasione del 70° anniversario della proclamazione dei Cinque principi per la coesistenza pacifica e all’indomani del 103° anniversario della fondazione del Partito comunista cinese. Non solo la capacità del marxismo e del leninismo, attraverso gli strumenti del pensiero e dell’opera di Marx e di Lenin, del materialismo e della dialettica, di adattarsi e di corrispondere ai diversi contesti nazionali, ma anche la sua straordinaria modernità, nel costruire percorsi autonomi, originali, di pace, progresso, giustizia sociale.

Un’importante conferenza, in occasione del 70° anniversario dei Cinque principi per la coesistenza pacifica, si è svolta lo scorso 28 giugno, a Pechino, con la partecipazione di oltre seicento persone, tra rappresentanti istituzionali, diplomatici provenienti da oltre cento Paesi, studiosi, analisti, ricercatori e media.

La ricorrenza non è importante solo per il suo aspetto celebrativo, quanto, in particolare, per la stringente attualità delle questioni cui rimanda. I Cinque principi furono infatti avanzati, per la prima volta, dall’allora premier cinese Zhou Enlai il 31 dicembre 1953 in occasione di un incontro con una delegazione del governo indiano; successivamente, nel giugno 1954, lo stesso premier cinese visitò l’India e l’allora Birmania (oggi Myanmar); al termine di questo percorso diplomatico, nel mondo uscito dalla Seconda guerra mondiale, nel quale si andava sempre più consolidando la contrapposizione bipolare propria della Guerra fredda e in cui maturavano i presupposti delle grandi lotte di liberazione contro il colonialismo e per l’affermazione, a partire dal 1961, del Movimento dei non allineati, le due dichiarazioni congiunte, Cina-India del 28 giugno 1954 e Cina-Birmania del 29 giugno 1954, avanzavano i Cinque principi per la coesistenza pacifica come principi guida nelle rispettive relazioni bilaterali e, in generale, come criterio generale per le relazioni internazionali.

Leggi tutto

Fabrizio Russo: Cicli secolari

lafionda

Cicli secolari

di Fabrizio Russo

chagall.jpgRileggo continuamente, anche se a spezzoni, il bellissimo lavoro di Peter Turchin e Sergey A. Nefedov: “Secular Cycles” edito da Princeton Press. La rilettura mi provoca ogni volta (e, devo dire, mio malgrado) una scarica rutilante, una fiumana, di pensieri. Il primo però è certamente: “Abbiamo davanti ai nostri occhi la corretta interpretazione delle cause dei problemi che ci circondano, e questo è già avere a disposizione mezze soluzioni, ma non vogliamo leggerla!”. L’essere umano è fatto in questo modo: agisce secondo il principio di economia (continua ricerca del minimo sforzo e massimo risultato) e così facendo evita di affrontare i sentieri più difficili della vita, preferendo le “autostrade” che portano a cercare soluzioni evanescenti e illusorie di brevissimo periodo a problemi di lungo termine. Oppure all’altro estremo si spinge nelle varie forme di negazione della realtà: droga, alcool e dipendenze varie, edonismo para-patologico nelle sue varie forme, disperazione e lotta armata contro i mulini a vento!

Qual è il collegamento delle analisi di Turchin e Nefedov con la nostra realtà di tutti i giorni? Il punto è proprio questo: il collegamento è molto distante, quindi pressoché invisibile, ma fortissimo …… anzi, oserei dire che è un legame di tipo deterministico! Nel dettaglio, Turchin e Nefedov hanno analizzato “matematicamente” i cicli storici degli ultimi due millenni considerando le principali dinamiche sociali, demografiche e di risorse naturali ed hanno scoperto delle sconcertanti regolarità di processo, con un modello che approssimativamente risulta il seguente:

nvdznmlxzx

Leggi tutto

Turi Palidda: L’intelligenza artificiale: l’innovazione del dispositivo di dominio capitalista

arcipelagomilano

L’intelligenza artificiale: l’innovazione del dispositivo di dominio capitalista

Un pericolo incombente sulla nostra società

di Turi Palidda

Schickardmaschine.jpgLa storia dei dispositivi che memorizzano i saperi umani al fine di sviluppare le conoscenze e le applicazioni o anche storia dell’informatica è particolarmente affascinante innanzitutto perché risale alla più lontana antichità (si veda la pagina di Wikipedia in questo caso abbastanza utile.

Nell’accezione banale è la storia del progresso che però va solo parzialmente a beneficio della maggioranza dell’umanità. Come infatti suggerisce in particolare Michel Foucault, la questione cruciale riguarda sempre il rapporto fra potere e sapere: il dominio si accaparra dei saperi per perpetuarsi, per accrescere le sue risorse di ogni sorta e ovviamente l’accumulazione della sua ricchezza.

Senza risalire ai tempi remoti, l’ultima grande rivoluzione in tutti i campi si innesca all’inizio degli anni ’70. Lo sviluppo delle cosiddette nuove tecnologie e in particolare dell’informatica e dei programmi via via più sofisticati permette quella che è stata chiamata la finanziarizzazione del capitalismo e da allora quella che Harvey chiama la controrivoluzione liberista.

Da allora si è avuta la sconvolgente automatizzazione informatizzata, il boom del ricorso agli algoritmi, la possibilità di produzioni senza manodopera umana, il boom delle comunicazioni, dei trasporti, la pervasività della profilazione (o schedatura) per interessi di marketing, di controlli dell’elettorato oltre che dei soliti controlli delle polizie. Grazie alla videosorveglianza intelligente s’è approdati alla mostruosa Società di sorveglianza: sette miliardi di sospetti (vedi documentario Arte qui).

Va da sé che il business connesso alle nuove tecnologie è diventato immenso perché appunto è pervasivo e quindi penetra tutto e tutti.

Leggi tutto

Sergio Cesaratto: Patto di stabilità. “Le regole Ue restano miopi, ma il Governo può reagire”

ilsussidiario logo

Patto di stabilità. “Le regole Ue restano miopi, ma il Governo può reagire”

Lorenzo Torrisi intervista Sergio Cesaratto

Il fatto che in diversi Paesi europei ci saranno manovre restrittive non aiuta un continente che è tra l’altro impegnato in una guerra ai suoi confini

Il Consiglio europeo si è chiuso con la nomina dei “top jobs” Ue per la legislatura appena iniziata. Tra i primi impegni della nuova Commissione, che con tutta probabilità sarà guidata ancora da Ursula von der Leyen (la sua nomina dovrà essere ratificata dal Parlamento europeo), ci sarà anche la gestione delle procedure d’infrazione per eccesso di deficit nei confronti di ben 7 Paesi membri, tra cui Francia e Italia. Abbiamo chiesto un commento a Sergio Cesaratto, professore di politica fiscale e monetaria europea al DEPS-Università di Siena e autore di Sei lezioni di economia e Sei lezioni sulla moneta (ambedue per Diarkos).

* * * *

Cosa pensa della tempistica e della modalità con cui queste procedure sono state avviate (subito dopo le elezioni europee e da parte di una Commissione di fatto uscente), per quanto fossero note da settimane?

Non penso nulla, le cose vanno fatte per tempo, perfino quelle sbagliate. E poi tutto dipende dalla politica, ci sarà un nuovo Governo francese con tutta probabilità a cui, certo, si è voluto dare un segnale di rigore fiscale.

Leggi tutto

Fabrizio Poggi: La missione di Orban e il “sospiro di sollievo” de il Manifesto

lantidiplomatico

La missione di Orban e il “sospiro di sollievo” de il Manifesto

di Fabrizio Poggi

Le cose vanno decisamente male per il führer della junta nazigolpista: affidabilità per la sua condotta estera scesa al 40% (contro il 48% di sfiducia) nei paesi NATO, secondo il sondaggio dell’americana Pew Research Center; un intero gruppo di caccia Su-27 liquidati (5 distrutti e 2 danneggiati) al suolo da missili “Iskander” russi all’aerodromo di Mirgorod, nella regione di Poltava: chiaro segnale per l’eventuale dislocazione di F-16 in aeroporti ucraini; ancora una ripetizione della beffa di Avdeevka, questa volta nell’area di Toretsk, con reparti russi che hanno preso alle spalle un’intera guarnigione delle linee di difesa ucraine, passando per canalizzazioni sotterranee.

Per fortuna c’è il manifesto, che tira un sospiro di sollievo perché Orbàn, sinora «solo leader europeo a non essere andato in Ucraina», si è ora recato «finalmente a Kiev», nel secondo giorno del semestre di presidenza ungherese alla UE. Naturalmente, il solo motivo che ha spinto Orbàn a Kiev, è dato dalle «fantasticherie imperialiste dei nostalgici della “Grande Ungheria”», che vedono nella disfatta dell’Ucraina golpista l’occasione per «un’annessione dei territori di confine sui quali vivono queste minoranze magiarofone».

Leggi tutto

Nicola Melloni: La Terza via fuori tempo massimo

jacobin

La Terza via fuori tempo massimo

di Nicola Melloni

Il Labour si appresta a vincere le elezioni inglesi. ll paese è stanco dei conservatori ma il programma di Starmer è iper-moderato, figlio di un’epoca che non c’è più

Le elezioni inglesi del 4 luglio porteranno a una sicura vittoria del Labour guidato da Kier Starmer. Dopo quattordici lunghi anni di governo Tory, questa è una buona notizia: i Conservatori, saliti al potere dopo lo scoppio della crisi finanziaria hanno prima imposto una austerity brutale, che ha portato a 190 mila morti in eccesso, un aumento del 3% del tasso di mortalità tra il 2010 e il 2019; i figli dell’austerity, i bambini nati dopo il 2010, hanno conosciuto livelli di povertà inimmaginabili in un paese sviluppato: più di 3 milioni vivono in povertà, con un accesso instabile a una dieta sana, più piccoli in statura dei loro coetanei nel resto d’Europa; la fase finale del governo conservatore ha portato alla Brexit, i continui scandali del Covid e una gestione farsesca dell’economia, punita dagli stessi mercati.

Il paese è stanco ed è pronto per un cambiamento. Ma che tipo di cambiamento potrà portare il Labour? Non un granchè sembra. In questi quasi tre lustri i laburisti hanno cambiato quattro leader: Gordon Brown, Milliband, Corbyn e ora Starmer. Si è passati dalla sconfitta della «Terza Via» di Tony Blair a una svolta a sinistra, prima parziale e poi radicale, fino a un ritorno al centro.

Leggi tutto

Andrea Ventura: Contro il patto fra postfascisti e neoliberisti. In Francia come in Italia

left

Contro il patto fra postfascisti e neoliberisti. In Francia come in Italia

di Andrea Ventura

Lo scontro oggi non più tra i cosiddetti populisti e i tecnocrati neoliberali. Ma tra chi vuole affrontare il tema del superamento dell’ordine neoliberale e quei tecnocrati che vogliono salvarlo cercando l’alleanza con i neofascisti. La battaglia che si sta svolgendo Oltralpe sarà decisiva per tutti noi

È difficile comprendere cosa abbia spinto Macron a sciogliere l’assemblea e a indire elezioni anticipate sull’onda dell’affermazione della Le Pen alle elezioni europee. Intendeva spezzare il fronte delle sinistre e finire di distruggere le forze della destra tradizionale, proponendo per l’ennesima volta sé stesso come argine alla destra estrema? Vuole consegnare il governo al Rassemblement National per dimostrare ai francesi che non è in grado di governare e scongiurare così la vittoria della Le Pen alle prossime elezioni presidenziali? Oppure è stato un colpo di testa di un personaggio privo di capacità politiche e di un partito con cui consultarsi?

Altrettanto difficile è comprendere cosa abbia spinto Enrico Letta a consegnare il governo del paese a Giorgia Meloni. Sì, perché la scelta di perdere è stata sua. Il mandato di Letta come segretario del Pd – dopo le dimissioni di Zingaretti e senza il passaggio delle primarie – è si è svolto in parallelo a quello di Draghi alla presidenza del consiglio.

Leggi tutto

Francesca Albanese: “In Italia si fa disinformazione su Gaza. Rai e La7 non mi vogliono perché accuso Israele di genocidio”

tpi

“In Italia si fa disinformazione su Gaza. Rai e La7 non mi vogliono perché accuso Israele di genocidio”

Enrico Mingori intervista Francesca Albanese

“L’Olocausto non ci ha insegnato niente: abbiamo sconfitto Hitler ma non le su idee razziste. In Occidente c’è una forte lobby pro-Israele, un sistema di suprematismo bianco che intimidisce e punisce chiunque osi criticare lo Stato ebraico. E in Italia questo sistema è particolarmente forte: nei miei confronti c’è una conventio ad excludendum. Vi spiego perché quello di Israele è un genocidio e quello di Hamas no”. Intervista alla Relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati

1200x675 cmsv2 5313e609
21f3 5892 905b 4262989d40c3 8158592Francesca Albanese, 44 anni, originaria della provincia di Avellino, dal 2022 è Relatrice speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi occupati. Laureata in Giurisprudenza a Pisa, si è specializzata fra Londra e Amsterdam in diritti umani e in diritto internazionale dei rifugiati. TPI l’ha intervistata per parlare dell’offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza e del modo in cui il conflitto viene raccontato in Occidente.

* * * *

Albanese, in cosa consiste il suo lavoro di Relatrice speciale Onu per i territori palestinesi occupati?

«Il mio lavoro è sostanzialmente cambiato dallo scorso 7 ottobre. Prima c’era, sì, una violazione costante dei diritti umani nella Palestina occupata, ma non era tanto esasperata quanto adesso. La situazione è stata sempre grave, certo, ma ora è in atto un vero e proprio assalto costante nei confronti della popolazione sotto occupazione. Il mio lavoro consiste nella documentazione delle violazioni che hanno luogo a Gaza, ma sto raccogliendo informazioni anche su quello che succede in Cisgiordania e a Gerusalemme. Israele, infatti, sta approfittando del fatto che in questo momento l’attenzione è tutta rivolta su Gaza per accelerare con l’annessione di terre palestinesi in Cisgiordania, dove intere comunità pastorali sono state scacciate: fino a una decina d’anni fa incontrare tali comunità, incluso beduini nell’Area C della Cisgiordania (60% della terra che Israele controlla interamente) era un fatto comune, mentre oggi sta diventando sempre più difficile. Addirittura è documentata la vendita di proprietà e di terre palestinesi a compratori occidentali, con maggioranza di statunitensi o canadesi. È tutto abbastanza surreale».

Leggi tutto

Francesco Ricciardi: La banalizzazione dell’antifascismo

lafionda

La banalizzazione dell’antifascismo

di Francesco Ricciardi

Ieri, sul palco dell’Associazione Nazionale Partigiani italiani, è andato in scena quella che definirei l’ultimo episodio della banalizzazione dell’antifascismo, che segue a quella analoga del fascismo stesso, che sta caratterizzando questo secolo

banalizzazioneAntifascismo.jpgIl presidente dell’associazione, Pagliarulo, ha proposto ai segretari dei partiti dell’opposizione presenti una nuova unità antifascista contro questo governo. Allora, uno potrebbe chiedersi il perché di una tale proposta estrema. Forse, perché staranno abolendo le elezioni o vi sono violenze di piazza contro gli oppositori, si propongono leggi razziste, si chiudono giornali, partiti o sindacati, vi si vedono uomini di governo che inneggiano palesemente a Mussolini o alle “cose buone” che avrebbe fatto e cose del genere, Tra questi esempi avrei voluto aggiungervi anche l’ipotesi che ci si stia preparando a una partecipazione in guerra ma– ahimè! – quest’ultima cosa già ci coinvolge e con il consenso convinto di buona parte dell’attuale opposizione, in aperta contrasto con l’art. 11 della nostra Costituzione.

Eppure, l’attuale governo non è lì a seguito di un colpo di stato o per un atto unilaterale del Capo dello Stato, come accadde con Mussolini ovvero con Monti o Draghi. Esso è lì perché ha vinto le elezioni. E sì: oltre alla sinistra, anche la destra può, evidentemente, vincere le elezioni ed esprimere un governo. E’ la democrazia, bellezza! A chi scrive spiace constatare che queste cose le faccia notare anche la Meloni, ma la cosa più grave e che non le faccia, invece, notare la sinistra; quella stessa sinistra che è stata protagonista, di governi, appunto, a dir poco democratici e caratterizzati da riforme antisociali.

Insomma, con la predetta proposta di Pagliarulo, che pare abbia riscontrato i consensi dei presenti all’iniziativa, si sta praticamente sostenendo il principio che la destra in Italia non può andare al governo e che, se invece ci arriva al posto della sinistra – a meno che quest’ultima non trovi spazi per aggirare il consenso democratico, ritornandoci attraverso un c.d. governo tecnico – nel Paese scatta l’”emergenza democratica”.

Leggi tutto

Donatella Della Porta: Le basi istituzionali di un panico morale

jacobin

Le basi istituzionali di un panico morale

di Donatella Della Porta

Note sulla repressione della solidarietà con la Palestina in Germania: come si costruisce il folk devil

germania israele jacobin italia
1536x560.jpgNell’aprile del 2024, la filosofa Nancy Fraser, lei stessa ebrea, ha visto il suo contratto per la cattedra Albertus Magnus rescisso unilateralmente dall’università di Colonia. Nella dichiarazione firmata dal rettore dell’università si legge che: «è con grande rammarico che la cattedra Albertus Magnus 2024 non sarà assegnata. Il motivo è la lettera pubblica ‘Filosofia per la Palestina’ del novembre 2023, firmata dalla professoressa di filosofia Nancy Fraser, invitata alla cattedra Albertus Magnus. In questa lettera si mette in discussione il diritto di Israele di esistere come ‘Stato etno-suprematista’ dalla sua fondazione nel 1948. Gli attacchi terroristici di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 vengono elevati ad atto di resistenza legittima. I firmatari chiedono il boicottaggio accademico e culturale delle istituzioni israeliane». Dopo una serie di proteste da parte di professori e istituzioni accademiche, che tra l’altro hanno contestato l’interpretazione del contenuto della lettera pubblica come tendenziosa, l’università ha pubblicato un’appendice in cui si poneva l’accento sull’appello al boicottaggio, citando i numerosi legami con le istituzioni accademiche israeliane come componente centrale delle attività dell’università: «Quando si considera la questione, non si tratta di decidere se alla signora Fraser viene data o meno una piattaforma all’Università di Colonia. Si tratta piuttosto del fatto che la cattedra Albertus Magnus è un onore speciale conferito dall’intera università. Naturalmente è difficile conciliare questo con l’invito a boicottare le istituzioni partner israeliane contenuto nella dichiarazione “Filosofia per la Palestina”, quando noi dell’Università di Colonia abbiamo così tanti legami con istituzioni partner in Israele». Mentre la decisione di offrire la cattedra era stata presa nel 2022 e la lettera aperta era datata novembre 2023, la cancellazione è avvenuta poche settimane prima che la professoressa tenesse la sua lezione, quando il rettore era in visita in Israele.

Leggi tutto

Medea Benjamin e Nicolas JS Davies: Il vertice di guerra della NATO a Washington

acropolis

Il vertice di guerra della NATO a Washington

di Medea Benjamin e Nicolas JS Davies

“Tuttavia, la popolazione mondiale che sta soffrendo sotto il giogo del militarismo non può permettersi di aspettare che la NATO si arrenda e se ne vada di sua spontanea volontà. I ​​nostri concittadini e leader politici devono sentire da tutti noi i pericoli posti da questa macchina da guerra irresponsabile e dotata di armi nucleari, e speriamo che vi unirete a noi, di persona od online, nell’usare l’occasione di questo vertice NATO per lanciare l’allarme a gran voce.”

* * * *

Dopo le catastrofiche e illegali invasioni della NATO in Jugoslavia, Libia e Afghanistan, il 9 luglio la NATO ha in programma di invadere Washington DC. La buona notizia è che ha in programma di occupare Washington solo per tre giorni. Gli inglesi non bruceranno il Campidoglio degli Stati Uniti come fecero nel 1814, e i tedeschi stanno ancora fingendo docilmente di non sapere chi ha fatto saltare in aria i loro gasdotti Nord Stream. Quindi aspettatevi sorridenti foto-op e un’orgia esagerata di reciproche congratulazioni.

I dettagli dell’agenda della NATO per il summit di Washington sono stati rivelati in un incontro dei ministri degli esteri NATO a Praga alla fine di maggio. La NATO trascinerà i suoi membri nella Guerra fredda degli Stati Uniti con la Cina accusandola di fornire tecnologia per armi a duplice uso alla Russia e svelerà nuove iniziative NATO per spendere i nostri soldi delle tasse su un misterioso “muro dei droni” nei Paesi baltici e su un “sistema di difesa aerea integrato” dal suono costoso in tutta Europa.

Leggi tutto

Giuseppe Masala: Il prossimo, vero, primo ministro francese

lantidiplomatico

Il prossimo, vero, primo ministro francese

di Giuseppe Masala

“L’inesorabilità di Ananke ci ricorda che nulla è casuale nella vita.”

Sofocle

 Molti nutrono speranze di un cambiamento nell’orientamento politico (soprattutto in politica estera) della Francia sia che vinca l’esponente di destra Bardella o quello di sinistra Mélenchon. Purtroppo, a mio modo di vedere, sono solo belle speranze, destinate ad andare in fumo di fronte all’inesorabile condizione reale in cui versa l’economia francese.

La situazione della Francia è di bancarotta come ampiamente attestato dalla posizione finanziaria netta del paese. Conseguentemente chiunque andrà all’Hôtel de Matignon si dovrà aspettare una visitina da parte del Governatore della Banque de France, François Villeroy de Galhau (“e tutt’cose” direbbero i napoletani con la loro capacità unica di irridere i potenti) che dirà all’incirca; «Caro Presidente, la nostra posizione finanziaria netta è peggiorata negli ultimi 3 anni di circa 100 miliardi di euro all’anno, superando ormai la cifra 900 miliardi di euro di passivo. Ciò significa che siamo completamente dipendenti dai capitali esteri che affluiscono nel sistema-paese sia sotto forma di prestiti che sotto forma di investimenti.

Leggi tutto

Piccole Note: Israele – Hezbollah: incombe l’opzione apocalisse

piccolenote

Israele – Hezbollah: incombe l’opzione apocalisse

di Piccole Note

La guerra tra Israele ed Hezbollah starebbe sfociando in uno scontro a largo spettro. E qualcuno inizia a evocare le armi atomiche…

Secondo la Bild a metà luglio Israele attaccherà il Libano. Le dichiarazioni in tal senso di tanta leadership israeliana sembrano confermare la previsione. La guerra a bassa intensità contro Hezbollah, iniziata quando la milizia sciita si è attivata per far pressione su Tel Aviv per fermare l’invasione di Gaza, sarebbe così destinata ad allargarsi.

 

Lo scontro al confine libanese e l’opzione apocalisse

Il punto è che gli scontri al confine, con diuturni scambi di colpi tra le due parti, ha reso la regione israeliana confinante con il Libano una terra di nessuno, provocando decine di migliaia di sfollati, i quali fanno pressione sul governo perché ponga rimedio alla situazione.

Restando irrisolto il conflitto di Gaza, che Netanyahu non ha voluto chiudere per motivi personali (crollerebbe il suo governo), l’unica soluzione fin qui brandita dalla leadership israeliana è, al solito, quella muscolare, nell’idea, peraltro, di ripristinare la deterrenza contro lo storico nemico.

Leggi tutto

Vincenzo Comito: Cina-Stati Uniti, la gara è sempre più aspra

sbilanciamoci

Cina-Stati Uniti, la gara è sempre più aspra

di Vincenzo Comito

Alla vigilia del Terzo Plenum del Comitato centrale del Pcc e mentre gli Stati Uniti si addentrano nella sfida presidenziale tra Biden e Trump, il punto della sfida tecnologica ed economica tra i due Paesi che dominano il mondo

 

Premessa

Le riforme avviate da Deng Tsiao Ping nel 1978-79 in Cina hanno cambiato drasticamente e in pochi decenni non solo la situazione economica del paese asiatico, ma, per molti aspetti, anche quella del resto del mondo, contribuendo a rovesciare gli equilibri politici preesistenti su scala globale. Per quasi quarant’anni il Pil cinese è cresciuto a un tasso medio del 9,5% all’anno, risultato mai verificatosi altrove.

Già pochi anni dopo l’avvio delle riforme cinesi stuoli di studiosi, giornalisti ed esperti vari in Occidente hanno cominciato a predicare che la cosa non poteva andare avanti così e che l’economia cinese sarebbe crollata presto sotto il peso dei suoi immani problemi. La crescita cinese però non ha seguito fino in fondo i precetti ortodossi indicati dalla scienza economica occidentale e ha trascurato di occuparsi di quello che dicevano i profeti di sventura.

Leggi tutto

 

Sharing - Condividi