L’operazione militare recentemente lanciata dalle forze regolari ucraine contro i territori russi ha suscitato numerose reazioni tra gli analisti e negli ambienti internazionali.
L’offensiva contro il territorio russo: un’operazione propagandistica
Quest’azione, considerata sotto il profilo militare come un’incursione confusa e pericolosa, presenta rischi significativi per l’assenza di prospettive di successo strategico a lungo termine. I costi umani, in particolare, potrebbero essere altissimi, con molti soldati ucraini destinati al sacrificio per ottenere guadagni tattici temporanei. Con il risultato di un aumento dei renitenti alla leva, un fenomeno sempre più imbarazzante per Kiev. Un recente servizio del Manifesto apre una finestra sul dramma di chi non vuole andare a morire in guerra per l’Ucraina.
In questo contesto, l’offensiva sembra essere più che altro un’operazione propagandistica, volta a distrarre l’attenzione dall’andamento delle battaglie nel Donbass, dove le forze russe continuano ad avanzare, seppur lentamente.
I dubbi degli Stati Uniti
Anche gli Stati Uniti, tradizionalmente alleati di Kiev, hanno manifestato sorpresa, dubbi e preoccupazione per questa mossa. Washington ha espresso il desiderio di comprendere meglio gli obiettivi di questa operazione, che sembra allontanarsi dalla linea di difesa a lungo sostenuta dall’Ucraina. Le truppe di Zelensky, infatti, con questa operazione si distaccano nettamente dalla strategia difensiva che aveva caratterizzato i primi mesi del conflitto, per passare a una tattica offensiva con possibili ripercussioni internazionali.
L’approvazione dell’Unione Europea
Per l’Unione Europea, l’offensiva lanciata dall’Ucraina rientra nel “legittimo” diritto all’autodifesa dell’Ucraina. Lo dice il portavoce per gli Affari Esteri dell’Ue Peter Stano, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “Pensiamo – afferma – che l’Ucraina stia combattendo una legittima guerra difensiva contro un’aggressione illegale e che, nel quadro di questo legittimo diritto all’autodifesa, abbia il diritto di colpire il nemico ovunque lo ritenga necessario: nel suo territorio, ma anche nel territorio del nemico”.
Un duplice vantaggio per Putin
L’operazione ucraina offre a Vladimir Putin un duplice vantaggio su un piatto d’argento.
- Da un lato, permette al Cremlino di giustificare retroattivamente la cosiddetta “operazione speciale” in Ucraina, rafforzando la narrativa secondo cui l’obiettivo principale era quello di “demilitarizzare” un paese che ora attacca direttamente la Russia.
- Dall’altro, legittima la scelta di non voler intraprendere alcuna trattativa di pace con un governo ucraino che mostra di avere intenzioni aggressive. Questo rafforza la posizione di Mosca, che potrà affermare che la fine della guerra non potrà avvenire senza la distruzione totale dell’apparato militare ucraino.
Un danno all’immagine della “guerra giusta”
L’offensiva contro il territorio russo potrebbe avere gravi ripercussioni sull’immagine internazionale dell’Ucraina. Fino a questo momento, l’Ucraina era stata vista come una nazione impegnata in una legittima guerra di difesa, con i suoi soldati definiti “difensori” contro un’aggressione ingiustificata. In Italia c’è chi l’ha vista in linea con l’articolo 11 della Costituzione.
Tuttavia, quest’azione potrebbe modificare la percezione globale, facendo emergere l’immagine di un’Ucraina nazionalista e aggressiva, con un conto da regolare con la Russia sul piano militare. Questo cambio di percezione potrebbe avere conseguenze di non poco conto per Kiev, minando il supporto internazionale e giustificando ulteriormente la retorica bellicista di Mosca.
La violazione del diritto internazionale
In passato, gli attacchi al territorio russo erano stati condotti da gruppi estremisti e nostalgici della destra ucraina, figure poco presentabili che il governo di Kiev non aveva mai sostenuto apertamente. Ora, però, la situazione è cambiata: sono le truppe regolari di Zelensky a condurre un’operazione che viola il diritto internazionale, attaccando un paese all’interno dei suoi confini in aree che non sono neppure militarmente rilevanti, poco presidiate in un territorio russo vastissimo e con una scarsa densità abitativa.
Questo cambio della guerra, da difensiva a offensiva, segna una svolta pericolosa e controproducente, offrendo alla Russia nuovi argomenti per giustificare la propria posizione e per rafforzare la sua narrazione di un’Ucraina aggressiva e militarista.
E le trattative di pace?
Il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha detto che questa operazione di invasione della Russia consentità all’Ucraina di sedersi ai tavoli negoziali da una posizione di forza. Che non sia vero lo testimonia il fatto che questo consigliere aveva recentemente respinto ogni ipotesi di trattativa con Putin. Siamo quindi di fronte a un sabotaggio di ogni futura trattativa. Ed è un regalo a Putin che, riluttante a negoziati mentre le truppe russe crescono e sovrastano quelle di Kiev, la sfrutterà per “demilitarizzare” l’Ucraina con una guerra di logoramento senza trattative.