Sono 159 i Paesi che hanno deciso di aderire al nuovo sistema di pagamento internazionale Brics

Giuseppe Salamone – 22/08/2024

 

Un cambiamento epocale, anche se alla propaganda occidentale trasformatasi ormai in stampa di regime e ai sedicenti economisti a “gettone” non sembra interessare: sono 159 i Paesi che hanno deciso di aderire al nuovo sistema di pagamento internazionale Brics, il diretto rivale del sistema SWIFT che ha tenuto in piedi l’egemonia statunitense grazie al predominio assoluto del dollaro come moneta di scambio a livello globale.

La creazione di questo sistema e l’altissima percentuale di Paesi aderenti (159 su 193) ci dice una serie di cose: a rischiare l’isolamento non è la Russia, bensì l’occidente, sempre più chiuso dentro la sua bolla di arroganza e “superiorità morale” e che oltre i 3/4 di mondo ne ha le scatole piene di un sistema che ha fatto solo ed esclusivamente il bene dell’impero del male a stelle e strisce.

Sostanzialmente questi 159 Paesi che hanno aderito lo hanno fatto intanto a causa delle sanzioni unilaterali occidentali, le quali si sono spinte fino al punto di congelare illegalmente miliardi di beni di altri Stati, poi perché pian piano vogliono eliminare il dollaro statunitense come moneta di scambio. Infatti le transazioni verranno fatte con le proprie valute proteggendo le economie dalla volatilità del dollaro e promuovendo una maggiore sovranità e stabilità finanziaria.

È sempre bene ricordare che i Brics rappresentano il 36% del PIL globale a parità di potere d’acquisto (più del G7!) e il 47% della popolazione. Comprendono i Paesi più importanti per quanto riguarda le materie prime oltre a essere potenze energetiche e petrolifere. Infatti con i nuovi ingressi controlleranno il 38% dell’approvvigionamento mondiale di gas naturale, il 60% delle esportazioni di petrolio, il 67% della produzione di carbone, circa un terzo del cibo mondiale, il 90% della filiera di fornitura di pannelli solari e batterie per auto elettriche compresi minerali essenziali per l’industria tecnologica.

In pratica hanno tutto ciò che serve per essere indipendenti ma che a causa dell’arrogante predominio del dollaro non sono riusciti a sfruttare. Se riescono a far partire un sistema di pagamento internazionale indipendente da Washington, possiamo affermare senza timore di smentita di essere in piena dedollarizzazione. C’è in serio pericolo, e non è uno scherzo, l’egemonia a stelle e strisce. Questo perché, a causa di una potenziale diminuizione di richiesta di dollari poiché non serviranno più per le transazioni internazionali, gli Stati Uniti d’America non avrebbero più il potere e la forza di influenzare i flussi finanziari e di imporre sanzioni. Tradotto: il giochino si rompe!

E non parliamo di 40/50 anni visto che il lancio di questo nuovo sistema, secondo quanto dichiarato direttamente dai fautori, dovrebbe avvenire a ottobre. È un qualcosa di epocale che cambierà irreversibilmente il mondo e sta avvenendo sotto i nostri occhi. Ma purtroppo a causa di un sistema politico e mediatico terribilmente corrotto, si stanno lasciando ignari i cittadini che pagheranno a caro prezzo le scelte dei loro governanti. Una volta nei “luoghi del sapere” si studiava per essere liberi, adesso si studia per servire l’impero statunitense. Spero vivamente che qualche “professore universitario” legga queste righe. Magari si ricorderà della derisione a cui mi sottopose semplicemente perché osai dirgli che sarebbe andata così: con il lancio di un sistema di pagamento internazionale in valuta locale alternativo a quello a stelle e strisce.

Certa gente dovrebbero arrestarla, non chiamarla “professore”. Perché i danni che si fanno a una società quando si ha la responsabilità dell’insegnamento e lo si fa con cieca ideologia e alta propensione alla servitù sono irreparabili!

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