[Resistenza] I sionisti e i guerrafondai hanno paura della verità

Newsletter n. 27- 2024

 

Dire la verità è un atto rivoluzionario

Da che mondo è mondo si fanno liste. Ma anche le liste, da che mondo è mondo, hanno una diversa funzione se sono stilate dalla classe dominante o dalla classe oppressa.

Le classi oppresse fanno liste di continuo, vedi quelle dei morti sul lavoro (fra luglio e agosto sono morti 51 operai) o dei morti per malasanità o per mancanza di cure adeguate; vedi le liste dei licenziati e dei disoccupati, degli sfrattati o dei minacciati di sfratto, oppure quella delle discariche, abusive o riconosciute, che devastano i territori e causano malattie. C’è la lista degli oltre 140 giornalisti ammazzati in Palestina dai sionisti e c’è la lista, possibile solo idealmente, delle vittime del genocidio in corso contro il popolo palestinese. Di queste liste nessun politicante o giornalista si preoccupa più di tanto.

E poi, dall’altra parte, ci sono le liste della classe dominante. Alla Fiat faceva le liste degli operai comunisti da licenziare, mentre i caporali stilavano quelle dei lavoratori da chiamare a lavorare a cottimo per farli schiattare come animali nei cantieri; i governi fanno liste delle persone indesiderate e tutt’oggi le prefetture italiane fanno liste per comminare avvisi orali e daspo preventivi ai militanti e agli attivisti. I servizi segreti fanno continuamente liste di organizzazioni politiche, militanti da pedinare, intercettare al di fuori di ogni regola. Solo due anni fa, gli stessi “giornalisti” che oggi si stracciano le vesti per “la lista del (n)Pci” formavano, diffondevano e sostenevano le liste degli “amici italiani di Putin” da mettere alla gogna. Ai politicanti e ai giornalisti asserviti queste liste vanno più che bene.

La lista dell’Avviso ai naviganti n. 145 del (n)Pci ha fatto salire il sangue agli occhi ai sionisti e a tutta la classe dominante. Non perché è una “lista di ebrei” (lo ripetiamo e lo ripeteremo all’infinito! Ci sono tanti ebrei che sono contro i sionisti di Israele e sostengono la resistenza palestinese), non è una lista su base razziale o confessionale, ma una lista basata su un criterio politico in cui sono indicati i nemici delle masse popolari italiane, delle masse popolari ebree e delle masse popolari palestinesi: è una lista di sionisti e dei loro interessi. È una lista, ma non è di proscrizione. È una lista per la liberazione.

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Il più efficace antidoto contro la repressione e i tentativi di isolamento – vuoi contro il (n)Pci, vuoi contro il P.Carc che sostiene la legittimità dell’Avviso ai Naviganti in questione – è la solidarietà di classe. Chiediamo ai partiti e alle organizzazioni del movimento comunista, ai partiti e alle organizzazioni anti Larghe Intese, alle organizzazioni sindacali combattive, ai movimenti che animano la resistenza popolare di prendere posizione contro l’attacco rivolto alla Carovana del (n)Pci, anche per indebolire sul nascere le speculazioni e le manovre repressive che i vertici della Repubblica Pontificia,i loro tribunali e i loro organi repressivi proveranno a mettere in campo.

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Un avviso ai naviganti si aggira per l’Italia…

I sionisti e i guerrafondai hanno paura della verità

L’Avviso ai naviganti 145, invece, ha scoperchiato un vaso di pandora da cui sono venuti fuori scene imbarazzanti e ridicoli paradossi. Dalle lezioni sulla libertà di espressione e di lotta all’antisemitismo sciorinate dal paladino delle libertà democratiche, Ignazio La Russa, quello del “siamo tutti eredi del Duce”. Alla presa di posizione del guerrafondaio PD di Elly Schlein che tra una slinguazzata e l’altra ai piedi di Renzi perché torni alla base, ha trovato il tempo di bofonchiare una solidarietà ai soggetti “colpiti” – non si sa da che – invocando “la persecuzione dei responsabili di quella lista e per arginare i crescenti fenomeni di antisemitismo”. Col giochino di usare anti-sionismo e antisemitismo come sinonimi, inneggiano alla censura, persecuzione e repressione di chi ha scritto un documento politico, in nome della libertà per se stessi e la propria casta di sostenere uno stato terrorista, guerrafondaio, fascista e genocida come quello israeliano. Democratici chi?

Avviso ai naviganti n. 145 del (n)Pci – 22 agosto 2024

Sulla campagna mediatica contro Gabriele Rubini, l’Unione Democratica Arabo Palestinese e il P.CARC

Sviluppare la denuncia e la lotta contro organismi e agenti sionisti in Italia

La lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia è lotta sia per sostenere la resistenza del popolo palestinese sia per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri e in particolare dal protettorato USA-NATO!

(…) La lotta contro organismi e agenti sionisti in Italia è lotta per sostenere la resistenza del popolo palestinese, delle masse popolari ebree e di altre nazionalità residenti in Palestina e dei movimenti e organismi antimperialisti del Medio Oriente e allo tempo stesso è lotta per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti che lo occupano.

Comunicato del (n)Pci n. 21/2024 – 25 agosto 2024

Approfittare degli attacchi dei nemici

Rafforzare ed estendere l’opera del (nuovo)Partito comunista italiano

La denuncia nominativa che abbiamo fatto con l’Avviso ai naviganti 145 – 22 agosto 2025 di organismi e agenti dell’entità sionista operanti in Italia e di collaboratori di essa ha suscitato una rabbiosa e ampia reazione da parte degli organismi, agenti e collaboratori denunciati e di organismi e portavoce delle Larghe Intese. La loro reazione conferma che la nostra iniziativa di denuncia nominativa è efficace e che va estesa.

Il tema ricorrente dei loro attacchi contro la nostra denuncia nominativa è l’accusa di antisemitismo. Che sia strumentale è tanto evidente che non stiamo a sprecare parole per confutarla spiegando la differenza tra antisemitismo e antisionismo. Facciamo invece notare che proprio Riccardo Pacifici, vicepresidente della Jewish European Association, che nella sua intervista al Corriere della Sera invoca “un’azione rapida e determinata delle forze dell’ordine e della magistratura, con irruzioni per smantellare queste reti eversive”, di fatto e contrariamente alle sue intenzioni conferma questa differenza. Dice infatti Pacifici che “c’è stata una certosina attività di profilazione: una persona non sapeva ancora di avere ricevuto una nomina nella Comunità ebraica e loro già sapevano”. Se lo sapevamo, è perché anche tra gli ebrei e anche tra i dipendenti degli organismi e aziende sioniste ci sono persone che sono antisioniste, che non sono disposte a collaborare con gli eredi dei fascisti del ventennio e con gli amici di CasaPound e di altre organizzazioni neofasciste che siedono al governo del nostro paese né con i complici del genocidio sionista le cui mani grondano del sangue degli oltre 40 mila palestinesi, in gran parte donne e bambini, contando solo quelli uccisi a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, quindi senza contare quelli uccisi in Cisgiordania e tantomeno quelli uccisi nei più di 70 anni di occupazione. Sono loro che segnalano al (n)PCI, che verifica e divulga le loro segnalazioni. (…)

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