[SinistraInRete] Alberto Bradanini: Il veleno dell’etica della contorsione

Rassegna 31/08/2024

Alberto Bradanini: Il veleno dell’etica della contorsione

lafionda

Il veleno dell’etica della contorsione

di Alberto Bradanini

mnfokildnbi.jpg1. Invereconde devono qualificarsi le contorsioni logiche, ancor prima che etiche, con cui i venditori di morte del Regno del Bene e della Democrazia (venduta alla plebe semicolta come Potere del Popolo) tentano di giustificare le atrocità di cui si macchiano la coscienza. L’onestà intellettuale è merce rara nel mondo distopico che ci circonda, mentre è chiaro come il sole che tutto ciò che ascoltiamo o leggiamo sul palcoscenico mainstream (ma proprio tutto!) impedisce ogni ipotetico avvicinamento del corso della verità a quello della realtà. Non è dunque tempo perduto tornare a riflettere su tutto ciò, tanto più che, secondo i saggi del passsato, repetita iuvant.

Solo una mente educata – affermava Aristotele – è in grado di comprendere un pensiero diverso dal suo senza la necessità di accettarlo. La Macchina occidentale della Menzogna è ormai un mostro dalle mille teste, costruisce notizie su misura come i sarti di un tempo, impedisce di dar senso agli eventi e sopprime ogni sussulto di quell’educazione critica che Aristotele suggeriva quale intreccio ideale di garbo, ascolto e crescita intellettuale.

Il potere generatore di spazzatura dell’impero malato infesta il nostro vivere come uno sciame di mosche in una latrina, servendosi di uno stuolo di maggiordomi – comodamente reperibili, purtroppo, sul palcoscenico politico/burocratico, mediatico e accademico – che in cambio di onori, carriere e denari, ha il compito di divertire le plebi inebetite da consumismo e mercificazione, o dall’angoscia di soccombere in una società spietata, mentre la spazzatura mediatica sfida persino la legge di gravità.

Se interporre una distanza siderale tra noi e tutto ciò non risolve il problema, ça va sans dire, consente però di tener in vita gli eterni ideali che danno senso all’esistenza, di infastidire insieme la coscienza dell’oppressore e la sonnolenza di qualche suddito, oltre che (e non è poco!) di non passare per imbecilli.

Leggi tutto

Collettivo Le Gauche: Che cos’è la transizione al socialismo?

collettivolegauche

Che cos’è la transizione al socialismo?

L’esperienza cinese secondo Deng-yuan Hsu e Pao-yu Ching

di Collettivo Le Gauche

1118770383e147d59b31c789defbe4981. Introduzione

Rethinking Socialism: What is Socialist Transition?” di Deng-yuan Hsu e Pao-yu Ching è un pamphlet che racchiude un articolo scritto alla fine degli anni ‘90 sulla transizione al socialismo. Con le due rivoluzioni più importanti del XX secolo, quella russa e quella cinese, centinaia di milioni di persone accettarono di intraprendere la strada del socialismo con le sue molti sfide, lasciandoci, dopo la loro sconfitta, concetto che Ching preferisce a quello di fallimento, in eredità delle lezioni da apprendere per il futuro. Queste due rivoluzioni ci hanno mostrato come sia possibile costruire una società senza sfruttamento e come la borghesia potesse strappare il potere politico con la forza al proletariato e interrompere bruscamente lo sviluppo di rapporti di produzione socialisti. Questo modo di inquadrare il problema è possibile a partire dall’individuazione della contraddizione principale, ovvero focalizzarsi sulle cause della sconfitta e non del suo fallimento che porta, ad esempio, a indagare gli elementi capitalistici durante la transizione del socialismo in Cina.

 

2. La transizione al socialismo

La transizione al socialismo è il periodo di tempo in cui una società non comunista si trasforma in una società comunista. Non esiste un percorso predeterminato da applicare durante la transizione socialista con cui giudicare la bontà della transizione socialista. L’analisi deve essere fatta sulla sua direzione generale e un singolo evento non può determinare se la transizione sarà verso il comunismo o il capitalismo.

Leggi tutto

Piccole Note: Di guerra ucraina e presidenziali USA

piccolenote

Di guerra ucraina e presidenziali USA

di Piccole Note

L’avvertimento di Lavrov sulla terza guerra mondiale. E il senso del partito democratico per la guerra infinita

La Terza guerra mondiale, se sarà, “non sarà confinata all’Europa“. Così il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov. Cenno significativo perché tutti gli analisti e i politici americani per due anni, parlando del rischio di uno scontro su larga scala Nato-Russia, sia per allarmare sul punto sia per smentire tale possibilità, hanno sempre parlato di una guerra limitata al Vecchio Continente.

 

Dopo l’Ucraina, l’Europa: gli USA e le vittime sacrificali

Tale limitazione geografica da parte degli americani ha reso più spregiudicato il loro sostegno a Kiev, spingendoli ad alzare via via la posta in gioco e a oltrepassare le linee rosse segnalate da Mosca all’inizio del conflitto, e come tali accettate dagli sponsor dell’Ucraina, ultima delle quali in via temporale l’inviolabilità del territorio russo.

Infatti, uno scontro su larga scala nel Vecchio Continente potrebbe essere un prezzo che l’America sarebbe disposta a pagare per vincere lo scontro in atto, dal momento che la perdita degli alleati europei, che ne uscirebbero inceneriti, sarebbe largamente compensata dalla parallela distruzione della Russia, che riconsegnerebbe a Washington la perduta supremazia globale (isolata e priva della forza militare russa, la Cina sarebbe costretta a capitolare in breve tempo).

Leggi tutto

Domenico Gallo: Non tutto può essere permesso a Zelensky

cambiailmondo

Non tutto può essere permesso a Zelensky

di Domenico Gallo

La narrazione della guerra in corso come un episodio della lotta delle “democrazie” contro le “autocrazie”, che vede l’eroica Ucraina combattere contro il gigante Russo per difendere il “mondo libero” dai progetti imperiali di Putin, qualche volta inciampa in fatti che squarciano il velo di menzogne che nutre questa favola

La narrazione mainstream della guerra in corso come un episodio della lotta delle “democrazie” contro le “autocrazie”, che vede l’eroica Ucraina combattere contro il gigante Russo per difendere il “mondo libero” dai progetti imperiali di Putin, qualche volta inciampa in fatti che squarciano il velo di menzogne che nutre questa favola.

I fatti ci dicono che il Parlamento ucraino ha approvato in seconda lettura e in via definitiva (20 agosto) la legge che sopprime la Chiesa ortodossa di Onufrio, quella non autocefala, canonicamente legata al Patriarcato di Mosca. Ciò, malgrado la Chiesa ortodossa bandita avesse preso le distanze dall’invasore il giorno stesso dell’avvio della guerra e fosse stata assai tempestiva nell’organizzare un Sinodo in cui modificare tutti gli elementi di “dipendenza” rispetto a Mosca.

Leggi tutto

Thierry Meyssan: Le menzogne della stampa sulle elezioni presidenziali venezuelane

voltairenet

Le menzogne della stampa sulle elezioni presidenziali venezuelane

di Thierry Meyssan

Le elezioni presidenziali in Venezuela sono state l’ennesima occasione per gli Occidentali di destabilizzare il Paese. La stampa internazionale ha consapevolmente presentato una versione completamente falsa dei fatti per screditare il presidente Nicolás Maduro e sostenere il suo principale sfidante, Edmundo González

La contestata rielezione del presidente Nicolás Maduro ha poco a che fare con il risultato delle urne. In realtà gli straussiani (cioè i seguaci di Leo Strauss, il cui pensiero è stato reso popolare dai giornalisti neoconservatori [1]), non appena saliti al potere negli Stati Uniti, l’11 settembre 2001, decisero che Hugo Chávez, all’epoca presidente del Venezuela, dovesse essere destituito. Da allora il Venezuela ha dovuto affrontare tentativi di colpi di Stato militari e rivoluzioni colorate. L’attuale presidente Nicolás Maduro segue le orme politiche di Chávez, pur non avendone la statura. Nel 2019 il segretario di Stato del presidente Trump, Mike Pompeo, incaricò lo straussiano Elliott Abrams di rovesciare il presidente Maduro.

Elliott Abrams — che negli anni Ottanta partecipò ai massacri in Guatemala, poi all’affare Iran-Contras (per il quale è stato condannato negli Stati Uniti [2]), infine al golpe del 2002 contro il presidente Chávez [3] — è l’uomo che oggi, dietro Benjamin Netanyahu, sta pilotando in Israele la pulizia etnica di Gaza [4].

Leggi tutto

Mike Whitney: Campagna di vaccinazione a Gaza

giubberosse

Campagna di vaccinazione a Gaza

Eradicazione della poliomielite o transizione alla guerra biologica?

di Mike Whitney – The Unz Review

Questa cosa è davvero inquietante.

Oltre un milione di dosi di vaccino antipolio sono state spedite in Israele in preparazione di una campagna di vaccinazione di massa a Gaza. I vaccini sono una risposta di emergenza al primo caso confermato di poliomielite segnalato a Gaza il mese scorso. Secondo un articolo del New York Times:

L’UNICEF, il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, ha dichiarato che stava consegnando i vaccini in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità … UNRWA; e altri gruppi. I funzionari dell’UNRWA hanno affermato che speravano di consegnare i primi vaccini ai bambini di Gaza a partire da sabato…

Il Ministero della Salute di Gaza ha confermato che i vaccini sono arrivati ​​a Gaza e che sono in corso i preparativi per iniziare la campagna di vaccinazione dei bambini sotto i 10 anni … Lunedì l’ONU ha affermato che le sue operazioni umanitarie, già paralizzate, sono state temporaneamente interrotte dopo che l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di Deir al-Balah, dove l’agenzia ha le sue operazioni centrali. Ma un alto funzionario delle Nazioni Unite… ha detto… che non c’è stato alcun cambiamento nei piani per iniziare le vaccinazioni contro la poliomielite, nonostante la pausa temporanea nella missione umanitaria delle Nazioni Unite. I vaccini contro la poliomielite arrivano a Gaza, ma distribuirli sarà la prossima sfida, [New York Times]

Leggi tutto

Stefano Isola: Per un’ascesi barbarica

acropolis

Per un’ascesi barbarica

di Stefano Isola

Questo di Biuso è un libro necessario per orientarsi nella situazione di barbarica decadenza in cui viviamo, e lo è anche per la sua capacità, assai rara nel quadro degli attuali tentativi di ridefinizione degli strumenti concettuali per la critica del presente, di realizzare generosamente l’auspicio del suo stesso autore: scrivere un testo che sia non soltanto una critica al wokismo dilagante, ma un più generale «tentativo di ragionare sulla difficoltà o persino sulla impossibilità di buona parte della cultura dominante di pensare il mondo». In tale ampia prospettiva il libro di Biuso dedica ricche ed ispirate disamine a questioni fondamentali come la dissoluzione della scuola e dell’università, e l’oscurantismo antibiologico della cosiddetta gender theory, in capitoli che meriterebbero ciascuno una recensione a parte

banksy
no9.jpgUn nuovo e insidioso fanatismo morale pervade l’Occidente. Originatosi negli Stati Uniti d’America va diffondendosi ovunque, instillando dimenticanza di sé, odio per la diversità e rigetto della nostra stessa storia culturale, con le sue istanze fondative e le sue contraddizioni, e istituendo quella che appare ogni giorno di più come una tirannide tra le più velenose, animata da una pretesa che nessun potere, neanche il più risoluto e feroce, aveva sinora messo in atto: quello della costruzione di mentalità e schemi di comportamento adeguati al Bene che permea di sé il Mondo Nuovo, attraverso l’interiorizzazione del divieto di alcuni pensieri, parole e sentimenti e l’acquisizione di altri, “politicamente corretti”.

I fenomeni collettivi che vanno sotto la denominazione di woke e di cancel culture, insieme a esiti apparentemente bislacchi come gli abbattimenti di statue o la censura nell’insegnamento scolastico di poeti e pensatori del passato in nome di dogmi del presente, sedimentano e alimentano l’annullamento e il superamento dei dati di realtà – tra cui la distinzione biologica tra i sessi, ma anche tra salute e malattia, tra materico e digitale, tra reale e virtuale – spingendo l’intera cultura occidentale nella trappola di un narcisismo egotico in cui tutti possono essere tutto nello stesso momento in cui sono portati benevolmente per mano verso il nulla, verso la perdita di ogni differenziazione culturale ed esperienziale e dunque di ogni significato effettivo.

Leggi tutto

Ottolinatv: Dal Bangladesh al Venezuela: gli USA nel panico tornano a puntare tutto sulle Rivoluzioni Colorate

ottolinatv.png

Dal Bangladesh al Venezuela: gli USA nel panico tornano a puntare tutto sulle Rivoluzioni Colorate

di Ottolinatv

riv
colorate 711dcdba“Farò in modo che l’America disponga sempre della forza militare più forte e letale del mondo”: nel comizio conclusivo della kermesse di Chicago, Kabala Harris non ha usato mezzi termini e, a vedere dalle reazioni, direi che ha fatto bene; da Senza Speranza a Faccia da schiaffi Provenzano, passando per la Ocasio Cortez e Bernie Sanders, come immancabilmente accade ormai da decenni, all’establishment democratico basta sventolare lo spauracchio del ritorno del fascismo immaginario per costruire un blocco compatto a sostegno del fascismo vero della guerra imperialista senza se e senza ma. Purtroppo per la Harris però – al netto dei trionfi passeggeri delle campagne di public relation all’interno della sinistra ZTL – non saranno i sorrisi a 36 denti di Speranza e Provenzano a determinare l’andamento concreto della guerra sul campo; ed ecco così che dall’Ucraina al Pacifico, passando per il Medio Oriente, i 3 fronti della guerra totale dell’imperialismo a guida USA contro il resto del mondo, ultimamente per analfoliberali e finto-sovranisti sono piuttosto avari di buone notizie: la fantomatica offensiva ucraina nell’oblast russo di Kursk, che aveva riacceso i sogni di mezza estate della propaganda di regime, si sta rivelando sempre più chiaramente una mossa disperata e controproducente che spiana la strada all’avanzata del Cremlino nel Donbass.

Ultima possibilità di fuga: gli ucraini fuggono da Pokrovsk mentre i russi avanzano titolava a 6 colonne venerdì scorso un rassegnato Washington Post; “Mentre i soldati ucraini lottano per respingere ondate di combattenti russi” recitava il sottotitolo “i civili fuggono da Pokrovsk, una città un tempo ritenuta lontana dalla linea del fronte”.

Leggi tutto

Redazione Contropiano: Macron decide che “la sinistra non deve governare”

contropiano2

Macron decide che “la sinistra non deve governare”

di Redazione Contropiano

Nella culla europea della democrazia moderna – la Francia – è stato decretato, per decisione unilaterale del banchiere Emmanuel Macron, che vincere le elezioni non basta e non serve. Per assumere responsabilità di governo bisogna seguire pedissequamente le direttive del grande capitale (“i mercati”), altrimenti ci si mette di lato, zitti e buoni, e si lascia fare a qualcun altro.

Macron ha concluso ufficialmente la prima tornata di consultazioni – una novità assoluta, nel sistema politico francese, determinata da risultati elettorali che non hanno assegnato la maggioranza assoluta a nessuna coalizione (nonostante la legge elettorale più “maggioritaria” che si conosca) – affermando che «un governo sulla base del solo programma e dei soli partiti proposti dall’alleanza che ha più deputati, il Nuovo Fronte Popolare, sarebbe immediatamente censurato dall’insieme dei gruppi rappresentati all’Assemblée Nationale».

Dimentica naturalmente di ricordare che questa era proprio la condizione del “suo” governo, guidato prima da Borne o poi da Gabriel Attal, costretto a raccattare i voti “al bisogno” dai gollisti e/o da Marie Le Pen.

Leggi tutto

Michele Paris: Israele e il deterrente di Hezbollah

altrenotizie

Israele e il deterrente di Hezbollah

di  Michele Paris

Le conseguenze dell’attacco di Hezbollah in territorio israeliano nel fine settimana continuano a rimanere occultate dalla censura del regime di Netanyahu. Secondo il premier israeliano, inoltre, le forze armate sioniste avevano colpito con un’operazione “preventiva” buona parte dei sistemi di lancio del partito-milizia sciita in Libano, limitando considerevolmente i danni in seguito provocati. Le dichiarazioni di Netanyahu non sembrano tuttavia trovare riscontri concreti. L’iniziativa di Hezbollah potrebbe avere comunque un seguito nel breve periodo, ma già da ora, se portata a compimento nei termini descritti dal suo leader Hassan Nasrallah, potrebbe nuovamente ridefinire i meccanismi di deterrenza lungo il fronte meridionale, con ripercussioni sul genocidio in corso a Gaza e gli equilibri strategico-militari dell’intera regione.

Hezbollah ha utilizzato missili e droni per rispondere all’assassinio del comandante di alto livello, Fuad Shukr, avvenuto a Beirut il 30 luglio scorso. Due sarebbero stati gli obiettivi principali dell’attacco. Il primo è l’unità 8200 dell’intelligence militare israeliana situata nella base di Glilot a un centinaio di chilometri dal confine libanese e praticamente alla periferia di Tel Aviv. L’altro è la base aerea di Ein Shemer, a 75 chilometri dal primo e a 40 dalla seconda.

Leggi tutto

Gianandrea Gaiani: Nord Stream: se i nemici della Germania sono suoi alleati

analisidifesa

Nord Stream: se i nemici della Germania sono suoi alleati

di Gianandrea Gaiani

Torniamo a occuparci delle possibili responsabilità dell’Ucraina nella distruzione dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico nel settembre 2022 (tema che abbiamo affrontato in un recente commento) perché alcune reazioni sembrano confermare che i nemici della Germania si annidano tra le nazioni che ufficialmente risultano alleate di Berlino in ambito UE e NATO.

Come abbiamo illustrato nell’articolo precedente, se sommiamo quanto emerso dalle rivelazioni giornalistiche e dalle indagini effettuate in Germania alle dichiarazioni successive e precedenti l’attentato ai gasdotti, emerge che non solo gli ucraini ma pure polacchi, baltici, britannici e statunitensi appaiono coinvolti nella distruzione dei gasdotti o la hanno celebrata come un evento positivo, che invece ha minato il presente e il futuro degli approvvigionamenti di gas a buon mercato alla Germania e all’Europa.

Paradossalmente, i “nemici” russi contro i quali i vertici politici e militari anche tedeschi sostengono ci si debba preparare alla guerra, non hanno mosso un dito per danneggiare gli approvvigionamenti energetici anche perché non avrebbero avuto nulla da guadagnare da un simile atto.

A chiarire ulteriormente quanti siano i nemici occidentali della Germania, hanno contribuito nei giorni scorsi le dichiarazioni del presidente ceco Petr Pavel (nella foto sotto) che ha definito i gasdotti Nord Stream un “obiettivo legittimo” per l’Ucraina.

Leggi tutto

Sebastiano D’Urso: Ultime avvertenze per affrontare la congiura

aldous

Ultime avvertenze per affrontare la congiura

di Sebastiano D’Urso

 

Alcuni fatti

In due recenti occasioni ho ascoltato, abbastanza incuriosito ma per niente sorpreso, le opinioni di due persone differenti per età e formazione: una di sessant’anni e una di quasi cinquanta, una con laurea in indirizzo tecnico e l’altra con diploma tecnico. Entrambe ben integrate nel tessuto sociale e produttivo attuale. Una di genere maschile, non sposata e senza figli; l’altra di genere femminile, sposata e con entrambi i figli che frequentano l’università italiana. La loro, sebbene sommaria, descrizione è utile a comprendere la trasversalità e la diffusione di certe opinioni nelle generazioni che attualmente hanno in mano la gestione, nel senso più lato, della società. La prima, senza essere interrogata sull’argomento e all’improvviso commentando la società attuale, si chiede e mi chiede: “a che serve andare a scuola e anche all’università se non ti insegnano un mestiere?”. La seconda, invece, all’interno di un discorso sui tempi degli studi universitari, risalenti a circa trent’anni fa, sostiene: “si faceva troppa teoria che non serviva poi nella professione. Le cose più pratiche le ho dovute imparare da sola”. In quanto tempo? Ho chiesto io. E lei: “in qualche mese”.

Leggi tutto

  

Sharing - Condividi