Ucraina: la crisi di leadership e la guerra nelle mani di un comico

Alessandro Marescotti – 02/09/2024

 

L’Ucraina è sempre più ostaggio di una leadership che sembra perdere il contatto con la realtà della guerra che sta combattendo. Al centro di questa crisi c’è Volodymyr Zelensky, ex comico diventato presidente, che sembra credere di poter dirigere una guerra complessa e brutale con la stessa regia con cui si dirige un film. Le sue decisioni stanno alimentando il caos interno e il malcontento tra le file militari, con conseguenze potenzialmente disastrose per il paese.

Uno degli aspetti più inquietanti di questa situazione è il modo in cui la leadership militare sembra essere controllata e manipolata da Zelensky. Secondo diverse fonti, i comandanti di brigata che rimuovono i comandanti di battaglione rei di ritirarsi vengono “promossi” dai vertici militari supremi. Questi vertici, a loro volta, non sembrano più rispondere alla logica strategica o alle necessità sul campo, ma piuttosto ai desideri del presidente.

Un caso emblematico è quello del generale Oleksandr Syrsky, comandante delle forze terrestri ucraine. Syrsky sembrava che fosse a rischio di essere rimosso da Zelensky, in una sorte simile a quella del suo predecessore, il generale Valerii Zaluzhny, un comandante stimato e indipendente, che sembra essere stato “fatto fuori” dal presidente proprio a causa della sua autonomia decisionale. Per evitare la stessa sorte, Syrsky ha orchestrato un’incursione nel Kursk, un’azione rischiosa e spettacolare, più orientata a impressionare il vertice politico che a ottenere un reale vantaggio strategico.

La vicenda di Zaluzhny è un chiaro monito per tutti i comandanti ucraini: chiunque si dimostri troppo indipendente o non allineato alle direttive presidenziali rischia di essere rimosso. Questo crea un clima di paura e insicurezza tra i militari, che si vedono costretti a compiacere i capricci politici di Zelensky, piuttosto che prendere decisioni basate su considerazioni tattiche e strategiche.

La crescente ingerenza politica nelle questioni militari non solo mina la fiducia nelle capacità del presidente di condurre la nazione in tempi di guerra, ma solleva anche seri dubbi sulla sua comprensione della complessità della guerra. Zelensky, che ha ottenuto una fama internazionale nel 2022 come leader coraggioso e determinato, rischia di diventare il principale ostacolo nel salvare il salvabile all’interno della ritirata militare ucraina, poiché le sue azioni sembrano guidate più dall’ego personale e dalla necessità di mantenere il potere che dall’effettiva necessità di porre in salvo i suoi soldati.

In conclusione, l’Ucraina si trova in una situazione estremamente delicata. La guerra richiede una guida competente e lungimirante, capace di prendere decisioni difficili basate su analisi strategiche approfondite. Se Zelensky continuerà a interferire con le operazioni militari e a sostituire i comandanti in base a considerazioni politiche, piuttosto che militari, potrebbe condannare l’Ucraina a un conflitto prolungato e sanguinoso senza una chiara via d’uscita. E in tal modo sarà l’acceleratore della sconfitta ucraina.

 

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