Fulvio Grimaldi – 17/09/2024
La rissa ha della farsa, visti i due soggetti: una macchietta che dà in escandescenze perché gli hanno rubato la materia prima che gli aveva assicurato, oltre ai 300.000 euri per meriti di fondazione e consulenza, una ripresa di visibilità nel logorio finale della carriera di comico; l’altro, un astuto leguleio, pescato nel vuoto morale di uno studio di avvocati per ricchi.
Ma ha anche della cupa tragedia dove due avvoltoi si sbranano sulla questione di a chi tocchi il privilegio imperiale di spolpare la carcassa di una giovane, onesta, bella e prosperosa donna, trucidata a tradimento con colpi nella schiena.
E dovremmo appassionarci a questo fenomeno, laterale rispetto al centro della scena sulla quale certi ceffi si ritrovano a disputare se si debba far morire tutti in guerra subito, o solo dopo averci tutti avvelenati con vaccini sperimentali a mRNA, al suono titanicico di un’orchestra mediatica con, in alternativa, direttori NATO, ONU, o OMS.
Poi ci sono i colpetti di scena stupefacenti che ci distraggono un attimo dal farsesco dramma: il trasloco di Virginia Raggi dall’estremo positivo Di Battista all’estremo negativo Grillo. Poi ci sarebbe Nicola Morra (costui un amico), ex coraggioso presidente della Commissione Antimafia, ora candidato in Liguria per Uniti per la Costituzione, ma detto vicino a Grillo.
Due indiscutibili eccellenze per meriti dei Cinque Stelle vintage (l’altra, Alfonso Bonafede, ministro vero della Giustizia vera, s’era persa di vista mentre vagava per i campi elisi). Trasloco da militanti di prima classe in uno (scomparso) 5 Stelle dal 33% di eccellenti voti, già sottobraccio al tuttora ineccepibile, ma residuale, Alessandro Di Battista (ma dove cazzo sei finito?), a un deleterio e grottesco residuale post o neo-comico. Uno specialista dei botti a salve che, quando gli gira, esce dal covo di Sant’Ilario per sparare cazzate contro Conte e quanto di seguito, nominalmente “Movimento 5 Stelle 2050”, all’ex-premier resta attaccato alla pochette (2050 perché? Poi va in pensione? Al mare? In Ospizio? Torna in Ucraina?).
Di Grillo e delle sue funambolesche giravolte (ma ottimamente dettategli dal sovrano), tra rivoluzione del popolo retto e buono e restaurazione totalitaria, vaccinista, bellicista e sanguisuga, abbiamo sofferto, fino alla nausea con vomito, le montagne russe. Io stesso davo del mio nel Meet Up del piccolo borgo selvaggio e blaterando supporto qua e là in giro per l’Italia.
L’operazione, in effetti, era raffinata: rastrellare, con magniloquenze gravide di formidabili bagliori in fondo al tunnel capitalimperialista alla vaccinara, quei trequarti degli italiani bloccati a metà tunnel, ansiosi di tornare cittadini prima di essere definitivamente sistemati UE, USA, NATO, Blackrock, mediante sezioni locali di draghi e fasci littori. E poi, belli convinti e pimpanti, farne un fascio (!), strozzarlo con un abbagliante nastro a stelle e strisce e stellone UE e offrirlo in dono al nuovi grillini Draghi e Cingolani. Un’inversione a U che, dal rettifilo a 8 corsie del 33%, ha portato il Movimento alla carrareccia del 10% e andare…
Non solo Grillo, ma anche quello che con lui si accapiglia per gestire i rimasugli di questa grande “festa sui prati”. Festa finita sotto una tormenta autogenerata e autogestita, che il tornado Sandy al confronto è una brezza, per la migliore soddisfazione di chi sulla riva aspettava di vedere passare cadaveri. Ne sono passati tanti quanti ci stanno tra il 33 e il 10%.
Venuto letteralmente dal nulla, inventato da Bonafede su suggerimento di Grillo, Conte diventa presidente del M5S nel 2020. Strabiliante che pochi, o nessuno, si siano chiesti per quale diavolo di motivo si fosse attinto all’avvocato di uno studio per miliardari, senza neanche una foglia di fico di valenza politica, che non fosse l’alta distinzione sociale.
Giuseppe Conte (dal 1 giugno 2018 al 4 settembre 2019) con Lega e Salvini.
Giuseppe Conte II (dal 5 settembre 2019 al 13 febbraio 2021), con PD, Liberi e Uguali, Italia Viva (Renzi).
Come si vede, l’insospettato avvocato di Volturata Appula, uscito da un qualche cilindro di mago che ci vuole male, è uomo per ogni stagione e per ogni disponibilità. Con la Lega, contro la Lega, con Renzi, contro Renzi, col PD, contro il PD, senza il PD o quasi, per le armi alla guerra NATO, contro le armi alla guerra NATO, su Gaza meglio star zitti chè contro Sion non si governa.
L’amico Morra, che ho in grande considerazione, che ho incontrato in varie occasioni di lotta per Assange e che mi fece l’onore di proiettare alla Camera un mio documentario sul TAV e similia, non ne vuole sapere. E pour cause, Gli andirivieni del personaggio che avevo visto, ancora sconosciuto, forse sulla parola di Di Maio (!) incomprensibilmente acclamato alla Festa M5S di Napoli, lo individuano privo di ogni e qualsiasi principio, una tavola vuota su cui chiunque avrebbe potuto mettere e togliere pietanze, senza che poi ne rimanessero tracce. Insomma un prodotto perfetto per la definitiva disgregazione del M5S, come pianificata dal Grillo e dai suoi mandanti.
Ma fosse solo la tavola vuota. E’ che ci ha messo quanto di più tossico la bella compagnia dei nostri capi-regime, dal De Gasperi vendipatria al Draghi venditutto, pace compresa, abbia mai apparecchiato, una volta fallito il Golpe Borghese: I DPCM e i conseguenti lockdown e stronzate repressive varie, al tempo dell’intossicazione pandemica. Il colpo decisivo alle spalle di Costituzione, democrazia, libera scelta, cittadinanza, l’ha dato lui. Con i Cinque Stelle ha sbranato la libertà.
Ragazzi, che dire? Annammo bene, bofonchierebbero nella mia antica Trastevere, sotto lo sguardo ammiccante di Trilussa, uno che aveva capito e detto benissimo tutto. L’unica lezione è che in questo caso non c’è proprio da tifare per nessuno Il male minore e peggiore si scambiano. Ma non facciamoci dire che è il classico prodotto del trasformismo italiota. Come se fossimo tutti così. Di trasformisti ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno.