Virginia, cooperante ARCS: in Libano siamo sull’orlo del baratro

Ufficio Stampa – 19/09/2024

 

 

Virginia, cooperante ARCS:
in Libano siamo sull’orlo del baratro

 

Fuori da tutti gli ospedali di Beirut si vedono madri, fratelli, persone care di chi ha perso occhi, mani, dita e che i medici di tutto il paese stanno provando a curare in un sistema sanitario al collasso. A tutte e tutti viene chiesto di non intasare le strade e donare sangue, mentre si aspetta il discorso del leader di Hezbollah previsto per giovedì pomeriggio, e si fa seria la possibilità di un’invasione definitiva dal confine sud del paese da parte di Israele. Siamo sull’orlo del baratro” queste le parole di Virginia Sarotto, cooperante in Libano di ARCS Culture Solidali, attualmente a Beirut.

In seguito alle esplosioni dei cercapersone dello scorso 17 settembre, sui telefoni dello staff locale di ARCS sono iniziati ad arrivare decine di messaggi e video sull’accaduto e sui protocolli di sicurezza. Le prime reazioni sono state di stupore e disorientamento per quello che stava accadendo. Poi si è iniziato a chiamare amici e parenti per sapere se fossero sani e salvi. Il bilancio dell’attacco saranno 3 mila operativi di Hezbollah feriti, oltre che l’ambasciatore iraniano, e 9 persone uccise, tra cui bambini e bambine. Dal pomeriggio di martedì nelle strade delle città colpite si sentono ambulanze di continuo, gli ospedali sono pieni di persone ferite al volto, agli arti superiori e allo stomaco colpite mentre erano al mercato, in auto, per strada. Mercoledì pomeriggio è arrivata un’altra ondata di esplosioni che ha alzato a 32 il numero dei morti e aggiunto 450 feriti al numero del giorno prima.

È un evento senza precedenti, sia in questa guerra che nel panorama delle strategie militari moderne; una prova di forza che ha scioccato tutte le persone che vivono in Libano e che dovrebbe scuotere tutto il mondo. Ancora una volta, come in tutti i conflitti, è la popolazione civile a pagare il prezzo più alto e a vedere le proprie vite lacerate e la propria salute mentale compromessa” conclude Virginia Sarotto.

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