Rassegna 20/09/2024
La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.
Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.
La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.
La memoria come antidoto all’oblio.
Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com
Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet, Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, …
Le notizie:
Genocidio a Gaza
350 giorni di aggressione militare contro la popolazione di Gaza.
Secondo fonti giornalistiche sul campo, i bombardamenti israeliani a Gaza hanno causato ieri 42 uccisi. Non si sono concluse, in alcune località colpite, le operazioni di rimozione delle macerie e ci potrebbero esserci altri corpi non ancora estratti.
Nel campo di Nuseirat, un drone israeliano ha lanciato una granata in mezzo ad un gruppo di bambini che stavano giocando in uno spazio tra i ruderi delle case. 11 bambini, di età tra i 5 e 8 anni, sono stati ricoverati per le cure delle ferite subite. Anche l’Intelligenza Artificiale dell’esercito israeliano è stata programmata per prendere di mira i bambini.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Libano-Israele
Sul fronte nel nord di Israele, l’esercito ha ammesso l’uccisione di due soldati e il ferimento di altri 11 durante un lancio di missili da parte di Hezbullah. I preparativi dell’invasione di terra continuano con un’accelerazione in seguito all’operazione terroristica di Stato compiuta con il deflagrare dei cercapersone e walkie talkie in Libano.
Il numero delle vittime libanesi, per le esplosioni degli apparecchi elettronici, è salito a 37 uccisi, compresi due bambini dell’età di 5 anni e il ferimento di quasi 4500 persone, 400 dei quali in modo grave. Il sistema sanitario libanese è stato messo in tilt dall’alto numero di feriti arrivati negli ospedali. Alcuni feriti sono stati trasferiti in elicotteri in Giordania e in aereo in Iran.
La delegazione libanese all’ONU ha consegnato al presidente di turno un documento che afferma che gli apparecchi sono stati minati in fase di produzione, fuori dal territorio libanese, e sono stati fatti esplodere con messaggi email, indicando Israele come responsabile della feroce violazione della legge internazionale. Alla riunione del Consiglio di Sicurezza che si terrà oggi sarà presente il ministro degli esteri di Beirut, Abdallah Buohabib.
Il segretario generale di Hezbullah ha ammesso la grave perdita, umana e di sicurezza, ma ha sottolineato che è indissolubile la volontà del partito e dei suoi militanti di continuare la lotta per la liberazione del territorio libanese occupato e la solidarietà con Gaza. Nasrallah ha sfidato i dirigenti politici e militari israeliani sulla loro intenzione di riportare gli abitanti delle città e colonie israeliane del nord alle loro case. “Torneranno soltanto quando vi ritirerete dalle nostre terre libanesi occupate e da Gaza. I vostri discorsi, sulla striscia di sicurezza in terra libanese, si trasformeranno in una trappola, una palude nella quale i vostri soldati sprofonderanno fino al collo”.
Sulla vicenda degli apparecchi cercapersone minati c’è una rivelazione di una tv bulgara che sostiene l’esistenza di un trasferimento bancario del valore di 1,5 milioni di dollari verso i conti di una società dell’Ungheria, senza citarne il nome.
Un esponente dell’Amministrazione Biden, in dichiarazioni sotto protezione di anonimato, ha affermato che non è imminente un attacco su larga scala da parte di Israele. Nello stesso tempo però, paradossalmente, ha parlato di un piano per l’evacuazione di 50 mila persone da Beirut, in caso di conflitto.
Situazione umanitaria a Gaza
In un comunicato, l’UNRWA mette in guardia dalla incipiente carestia nel nord della striscia di Gaza. “La gente mangia una sola volta ogni due giorni. Per far fronte alla malnutrizione dei bambini abbiamo distribuito biscotti ad alto valore vitaminico, ma non ci sono quantità sufficienti a causa del blocco imposto dall’esercito israeliano”. Un proprietario di un panificio ha affermato che 5 dei 6 panifici aperti in tutto il nord della Striscia hanno fermato la produzione, a causa della mancanza di farina, elettricità e carburante.
Cisgiordania
La zona di Jenin rimane il principale obiettivo militare dell’occupazione israeliana. Ieri, a Gabattyia, a sud di Jenin, sono stati assassinati in attacchi diversi due giovani palestinesi. Uno è stato colpito, mentre era nella sua auto, con un missile lanciato da un drone. Un altro giovane è stato assassinato da una pallottola in testa. Nelle operazioni militari israeliane contro i civili sono stati colpiti gravemente anche due bambini. L’irruzione dei soldati è avvenuta dalla mattina con assedio della cittadina e l’imposizione del coprifuoco. Gli studenti di una scuola elementare sono rimasti intrappolati, sdraiati per terra mentre l’esercito sparava e lanciava granate contro la scuola. Il preside della scuola ha detto che è stata una giornata di terrore per i bambini. Come al solito le ambulanze palestinesi sono state impedite di soccorrere i feriti.
Trattative
La stampa israeliana rivela che il governo Netanyahu ha preparato una nuova bozza di accordo per le trattative. Secondo queste rivelazioni, non confermate ufficialmente, lo scambio avverrà in una sola volta, tutti gli ostaggi in cambio del salvacondotto per Senwar e i capi di Hamas. Se si rivelasse vera, questa sarebbe una provocazione per far deragliare tutta la trattativa definitivamente.
Diritti umani
40 giuristi ed esperti internazionali di diritti umani hanno firmato un appello perché si facciano pressioni sul governo israeliano per la fine dell’occupazione illegale dei territori palestinesi occupati, la discriminazione razziale, la repressione e le aggressioni contro il popolo palestinese. Gli esperti internazionali hanno sottolineato come le nazioni non hanno mosso un dito dopo quasi due mesi dal pronunciamento della sentenza della Corte di Giustizia Internazionale. I giuristi chiedono ai governi di agire per l’applicazione della legalità internazionale, con sanzioni, divieto di esportare armi e persecuzioni giudiziarie.
Anp
Dopo la vittoria diplomatica all’Assemblea generale dell’ONU, con l’approvazione a larga maggioranza di una risoluzione che chiede il ritiro israeliano entro un anno dai territori palestinesi occupati, il presidente Abbas è sulla via per raggiungere New York, dove è previsto un suo intervento all’Assemblea annuale dell’ONU.
Sulla sua strada, si ferma a Madrid per un incontro di ringraziamento con il primo ministro spagnolo, Sanchez. La spagna ha riconosciuto ufficialmente la Palestina alla fine di maggio scorso e ha ospitato un vertice con paesi arabi ed islamici, per un percorso diplomatico che porti alla realizzazione della soluzione dei due Stati.
Diplomazia
Blinken ha compiuto una visita al Cairo, senza fare una tappa a Tel Aviv.
Nella conferenza stampa, con l’omologo egiziano, Badr Abdel-Ati, Blinken ha affermato che sono state raggiunte convergenze delle parti su 15 dei 18 punti dell’accordo per il cessate-il-fuoco e lo scambio di prigionieri. Ma non ha definito quali siano i 3 punti ancora controversi. “Un cessate il fuoco è la via migliore per attenuare la crisi umanitaria a Gaza e per limitare l’allargamento del conflitto nel Mediterraneo e nel mar Rosso“, ha detto.
Ottimismo di facciata, per salvare la faccia. La diplomazia statunitense è prigioniera delle sue stesse politiche. Da una parte è il principale sostegno militare e diplomatico all’aggressione israeliana, con i veti al Consiglio di Sicurezza e con le forniture degli armamenti, ma allo stesso tempo subisce le scelte dell’estrema destra israeliana al governo, con Netanyahu in testa, che tendono a favorire la campagna elettorale di Trump.
Arabia Saudita
Le dichiarazioni provocatorie e arroganti del ministro degli esteri israeliano, Katz hanno prodotto una reazione piccata di Riad. Katz ha dichiarato che il treno della normalizzazione con i paesi arabi è inarrestabile, “perché la nostra potenza militare non ha pari e nessuno vorrà mettersi contro di noi”. Il principe ereditario Mohammed Bin Salman ha dichiarato che nessun riconoscimento diplomatico di Israele prima della nascita dello Stato palestinese.
La vicenda del riconoscimento diplomatico tra Riad e Tel Aviv risale al 2020, ai tempi degli ingannevoli accordi di Abramo, durante l’amministrazione Trump. L’Arabia Saudita intende ottenere centrali nucleari per uso civile, e la condizione che Washington aveva avanzato era il ristabilimento di relazioni diplomatiche con Israele. Le trattative anche con l’amministrazione Biden sono proseguite e si stava raggiungendo quasi un accordo nel settembre 2023. Lo stesso Netanyahu nella sua famosa cartina geografica esposta al Palazzo di Vetro durante il suo discorso all’Assemblea Generale dell’ONU, cartina che cancellava la Palestina, aveva inserito il territorio dell’Arabia Saudita con il colore verde, insieme alle altre nazioni arabe già addomesticate al volere di Tel Aviv. Tutto il piano è saltato dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e l’aggressione israeliana su Gaza, con la sua completa distruzione e la trasformazione della sua popolazione in sfollati, bombardati e affamati.