Rassegna 22/09/2024
La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.
Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.
Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.
La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.
La memoria come antidoto all’oblio.
Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com
Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet, Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino, Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, …
Le notizie:
Genocidio a Gaza
A Gaza è pulizia etnica. Genocidio e deportazione della popolazione ancora in vita. Per lasciare posto alla colonizzazione ebraica.
Nella giornata di ieri sono stati compiute 12 stragi con 119 uccisi e 209 feriti. Sono state prese di mira tra l’altro una scuola organizzata in mezzo alle macerie, a Nusairat, e una ex scuola dell’UNRWA trasformata in centro per sfollati.
Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture
storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.
Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.
Libano-Israele
È salito a 37 il numero delle persone uccise nell’attacco missilistico israeliano sulla Dhahiya, la zona sud della capitale libanese. Le operazioni di rimozione delle macerie sono ancora in corso e si teme che il numero delle vittime sia ancora più alto. Secondo il ministero della sanità il numero dei feriti, ricoverati in ospedali, è di 68 persone, in maggioranza bambini. Il ministro della sanità in una conferenza stampa ha denunciato che il bombardamento ha interessato un palazzo di 7 piani in una zona residenziale.
Il premier Miqati ha chiesto alla comunità internazionale di decidere una posizione chiara sulle atroci stragi compiute da Israele in Libano. Miqati ha cancellato il suo viaggio a New York per il discorso all’Assemblea Generale dell’ONU.
Sul fronte alla linea di demarcazioni con Israele, la situazione è sempre più tesa. I bombardamenti dei caccia e droni israeliani sui villaggi libanesi del sud sono intensificati. Tel Aviv parla di aver colpito 400 postazioni di lancio dei missili, ma le immagini pubblicate dalla stampa libanese e le corrispondenze dei media arabi dal campo fanno vedere case distrutte e campi agricoli e foreste in fiamme. Hezbollah dal canto suo ha dichiarato di aver lanciato ieri 170 missili e razzi contro basi militari e colonie israeliane.
La rete bulgara-ungherese
Una donna di origine italiana e un uomo svedese di origine indiana sono dietro l’affare dei cercapersone minati venduti a Hezbollah, che hanno causato la strage di militanti in tutto il Libano e in Siria. C’è una donna al Centro dell’intrigo internazionale ed è italiana: Cristiana Barsony Arcidiacono, nata alle falde dell’Etna 49 anni fa. Padre siciliano, madre ungherese, una laurea in fisica a Catania, studi in economia a Londra, passata dalle missioni umanitarie UE in Africa all’amministrazione della BAC consulting di Budapest, una delle 3 società schermo create da 007 israeliani.
L’altro personaggio misterioso dietro l’affare criminale è Rinsen Jose, svedese di origine indiana, amministratore delegato della Norta Global di Sofia in Bulgaria. Due società che non hanno dipendenti ed a dirigerli sono personaggi con due passaporti in tasca, uno per residenza e uno per la fuga. La donna di origine italiana è adesso interrogata dai servizi di sicurezza di Budapest e secondo la madre avrebbe ricevuto minacce telefoniche ed è attualmente sottoposta a protezione dalla polizia. Dello svedese-indiano si sono perse le tracce, è svanito nel nulla e il suo cellulare non suona più. Nel gioco delle tre carte, si perde la terza società produttrice materiale dei dispostivi cercapersone minati. Nelle poche apparizioni mediatiche l’AD di BAC Consulting aveva dichiarato che il suo ruolo era soltanto di mediazione commerciale, per un affare di 1,5 milioni di dollari, ma non ha mai rivelato chi siano i produttori. La società taiwanese Gold Apollo, proprietaria del marchio dei teledrin, ha negato qualsiasi ruolo nella produzione dei congegni elettronici e di aver venduto alla BAC Consulting la concessione di produrle.
Situazione umanitaria a Gaza
La palude di Sheikh Radhwan si è trasformata in un ricettacolo delle acque reflue a causa della distruzione della rete fognaria da parte delle truppe israeliane. Gli sfollati, che hanno issato le loro tende attorno, vivono una situazione drammatica di diffusione degli insetti, topi e scarafaggi oltre all’odore nauseante. Le malattie contagiose della pelle sono diffusissime e i bambini non riescono a chiudere un occhio. ‘Il timore maggiore – secondo il dipartimento sanità del governo di Gaza – è l’arrivo della stagione delle piogge. Se non sarà possibile rimettere in moto i motori per il drenaggio in mare delle acque della palude, la baraccopoli nata attorno rischia di essere inondata dalle fognature’. È una bomba sanitaria ed ecologica che minaccia chi è sopravvissuto alle bombe israeliane.
Cisgiordania e Gerusalemme est
Rastrellamenti e poi ancora rastrellamenti. Sono avvenuti ieri in tutte le principali località palestinesi della Cisgiordania e dell’aera di Gerusalemme est occupate. Le città di Jenin, Nablus, Ramallah, Qalqilia, Betlemme e E-Khalil e i villaggi delle loro province sono state sottoposte a duri attacchi dei militari israeliani con perquisizioni violente nelle case e distruzioni delle infrastrutture urbane. Sono stati arrestati nella giornata di ieri 20 militanti palestinesi.
In un villaggio vicino a Salfit, un ragazzo di 14 anni è stato colpito da una pallottola sparata dai soldati israeliani che tentavano di compiere un rastrellamento, ostacolati dalla popolazione con il lancio di pietre.
Solidarietà
Grandi manifestazioni di solidarietà, con i popoli palestinese e libanese, si sono svolte in tutto il mondo, dall’Europa, all’Asia all’America Latina. Sono in silenzio soltanto le masse arabe, oppresse dai regimi monarchici o militari. Soltanto a Sanaa, Rabat e Tunisi si sono registrate manifestazioni popolari con una certa mobilitazione il giorno di venerdì. Nelle capitali e città europee si susseguono come ogni sabato le manifestazioni oceaniche che protestano contro il genocidio in corso a Gaza e gli attacchi contro la popolazione della Cisgiordania e del Libano. La più grande mobilitazione è stata realizzata a Parigi e sono di un forte impatto politico quelle realizzate in Germania, sia a Berlino sia in altri centri. In Italia, la più importante mobilitazione è avvenuta a Milano, città che dallo scorso ottobre non ha mancato mai un solo sabato. Il tentativo di far passare come antisemita il solo atto di alzare la bandiera palestinese o vestire la kufieh è caduto miseramente. La destra dei nipoti del fascismo, in Italia, sta tentando di vietare le manifestazioni indette per il sabato 5 ottobre a Roma ed in altre città italiane con il pretesto della vicinanza con il 7 ottobre.
Sudan
Il segretario generale dell’ONU ha rivolto un appello alle milizie di pronto intervento di mettere fine ai bombardamenti ed all’assedio della città di El-Fasher, capoluogo della provincia settentrionale del Darfur. Nella città la situazione umanitaria della popolazione è allo stremo. Mancano derrate alimentari e gli ospedali sono privi di medicinali e sottoposti a continui attacchi.
Lo scorso mercoledì, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha discusso della situazione sudanese ed ha ascoltato rapporti molto preoccupati dalle organizzazioni umanitarie operanti in loco. ‘Nella città di El-Fasher è in corso una carestia e una pulizia etnica’, ha detto una delegata del segretario generale.
Tunisia
30 deputati hanno presentato un progetto di legge per togliere al tribunale amministrativo la competenza in materia elettorale. Una proposta sospetta che arriva a due settimane dal voto per le presidenziali del 6 ottobre. Colpa del tribunale amministrativo è stata quella di aprire un contenzioso con la commissione elettorale riguardante le candidature di tre esponenti politici estromessi dalla gara elettorale. In seguito alla condanna a un anno e mezzo di reclusione di uno dei candidati sfidanti del presidente in carica, Siaed, questi si è garantito la rielezione facile. Praticamente, l’azione combinata della magistratura addomesticata e della commissione elettorale ha fatto sì che il presidente in carica non abbia sfidanti credibili agli occhi degli elettori.
A questo si aggiunge il fatto che il presidente in carica ha una visibilità mediatica quotidiana sulle notizie istituzionali, mentre gli sfidanti uno è in carcere e l’altro è invisibile mediaticamente. La mossa dei 30 deputati serverebbe a togliere di scena l’ultimo organismo indipendente non ancora sottoposto al potere del presidente ed evitare in questo modo qualsiasi ricorso contro i risultati elettorali.