Agata Iacono – 27/09/2024
A quanto pare, una semplice e spontanea iniziativa dei cittadini romani, per affiggere manifesti con la scritta “La Russia non è nostra nemica”, si sta trasformando in un boomerang per chi, invece, la guerra la fomenta, la sostiene, la vota.
Perché suscitano tanto fastidio poche parole di solidarietà ed un’immagine di Pace e amicizia?
L’iniziativa di centinaia di cittadini romani, di affiggere i manifesti, spontanea e senza alcun partito dietro, senza alcun finanziamento occulto, è diventata un casus belli mediatico e politico in tutto il mondo.
“#hastatoPutin?”, chiedono le allarmate interrogazioni di Raphael Glucksmann, ex presidente della Commissione speciale Parlamento europeo.
“Glucksmann ha inviato una consultazione alla Commissione europea in cui chiede all’esecutivo di Ursula von der Leyen se è a conoscenza di queste pericolose campagne pro-Russia in l’Italia e perchè non si è conformata nell’attuazione e nell’applicazione delle sanzioni Ue contro Mosca”, e se “intenda prendere misure per porre fine a tali azioni.
Glucksmann ha osservato che materiale propagandistico simile apparsa in altre 20 città italiane, tra cui Modena, Parma, Verona e Calabria” e, “sebbene in alcune città la cartelli sono stati rimossi dalle autorità locali, molti gli altri restano al loro posto.
Glucksmann ha poi espresso preoccupazione per il fatto che “i giornalisti di Linkiesta hanno smascherato che gli spazi per la campagna pubblicitaria valorizzata da 30.000 e 50.000 euro sono stati acquistati da Domenico Aglioti, ex consigliere comunale di Roma e fondatore del Movimento 5 Stelle.”
Addirittura “fondatore”…
Non è da meno Lia Quartapelle (PD), che annuncia su X un’interrogazione parlamentare in Italia.
E, a scendere, non poteva mancare, la polemica in seno all’amministrazione capitolina: chiedono chiarimenti Federica Onori, deputata di Azione, e Flavia De Gregorio, capogruppo al consiglio comunale di Roma della lista Civica Calenda.
Abbiamo documentato la campagna silenziosa di pace e amicizia tra popoli, da mesi attiva in altre città italiane, sin dall’inizio, sin dalla reazione intimidatoria dell’ambasciata ucraina, seguita dalla rimozione da parte della giunta Gualtieri, fino all’iniziativa della vela motorizzata, che anche oggi sfila per “La Città Eterna” e che sarà seguita dalla distribuzione capillare di volantini.
Nella ricerca indefessa, da parte dei James Bond nostrani, di un complotto ordito da Putin, il giornale L’inchiesta (e a seguire altre testate giornalistiche copia incolla) incappa in una tragicomica fake news.
Infatti, dopo chissà quale tecnica sofisticata di intelligence, (che al Mossad je spiccia casa), il signor Massimiliano Coccia, marito dell’europarlamentare del PD Pina Picerno, (che da subito, in prima istanza, ha votato per togliere ogni restrizione all’Ucraina per colpire Mosca), individua chi ha firmato per l’agenzia pubblicitaria.
Eccolo il colpevole, inviato da Putin per sobillare le menti dei romani con un messaggio di Pace e amicizia!!!
L’inchiesta lo espone a pubblico ludibrio, alla gogna mediatica, a dispetto di ogni deontologia professionale, contro ogni norma di rispetto della privacy e mettendo in serio pericolo la sua incolumità, …visto che i lettori di Kant non le mandano a dire…
Eppure, qui, qui e qui avevamo già precisato che i promotori sono semplici cittadini che hanno dato un minimo contributo volontario di circa 10 euro ciascuno, per stampare e affiggere i cartelloni, raccolti online e di presenza, pubblicamente, e che la spesa complessiva non ha neppure superato i 3.000 euro in totale.
Ecco cosa è successo in sintesi.
Su Linkiesta, a firma di Massimiliano Coccia, direttore responsabile Christian Rocca, uno delle centinaia di partecipanti, senza essere mai stato contattato, viene additato pubblicamente. Domenico Aglioti è stato un consigliere municipale durante la Giunta Raggi, ma si è disiscritto dal Movimento 5 Stelle nel 2021, come moltissimi altri attivisti, consiglieri, parlamentari.
Ha lavorato presso Fincantieri, è ormai in pensione. Non è mai stato un dirigente. Ha inoltrato formale diffida alla redazione de Linkiesta chiedendo dovute smentita e rettifica. In attesa che Linkiesta faccia il suo dovere e pubblichi la sua replica, Domenico ha anche pubblicato un post, già molto commentato da persone che dichiarano di aver dato il proprio piccolo contributo.
Abbiamo avuto la possibilità di visionare la diffida legale inviata dallo studio Legale CRUCIOLI • OLIVIERI • TIRAGALLO • VIGNOLA al direttore de Linkiesta, in cui si riporta come: