[Anbamed] Notizie dal Medio Oriente (3 Ottobre 2024)

Rassegna 03/10/2024

 

La storia del conflitto israelo-palestinese non è iniziata il 7 ottobre.

Ne vogliamo ripercorrere una tappa precedente, tra le tante.

Tra il 16 e il 18 settembre 1982, l’esercito israeliano e le milizie maronite libanesi fasciste dei falangisti hanno compiuto la strage di Sabra e Chatila.

La redazione di Anbamed sta preparando delle testimonianze di militanti, attivisti e intellettuali, arabi e internazionali, per ricordare come hanno vissuto quel giorno, dov’erano, come hanno saputo della notizia, cosa hanno organizzato o a che iniziativa hanno partecipato.

La memoria come antidoto all’oblio.

Ci saranno opere artistiche, poesie, articoli, ricordi personali e collettivi. Chi ha dei contributi o suggerimenti, scriva a: anbamedaps@gmail.com

Per non dimenticare Sabra e Chatila. Ecco i contributi di Jean Genet,  Giovanni Torres La Torre, Stefania Limiti Michele Cannaò, Dirar Tafeche, Milad Jubran Basir, Davide Bidussa, Zia al-Azzawi, Rodrigo Andrea Rivas, Gad Lerner, Mohamed Abdallah- un sopravvissuto, Sergio Mecha Mendez de la Fuente, Contributo del 2014 del compianto Murizion Musolino,  Enrico Vigna, Patrizia Cecconi, Il maestro italo-arg entino Silvio Benedetto, Abdelmalek Smari, Mario Capanna, …

Le notizie:

 

Libano-Israele

Oltre duecento missili e droni sono stati lanciati dal sud Libano verso il territorio israeliano. Hezbollah non è stato indebolito dai bombardamenti israeliani e dalla decimazione della sua direzione politica e militare.

L’invasione di terra israeliana nel sud Libano risulta ingigantita nelle dichiarazioni di propaganda e nei proclami militari che minacciano la popolazione di deportazione. Ci sono stati i primi scontri tra i soldati invasori e i combattenti della resistenza appartenenti a Hezbollah e ad altre organizzazioni palestinesi. Secondo la stampa israeliana ci sono stati 8 ufficiali e soldati israeliani uccisi negli agguati della resistenza. Hezbollah ha annunciato di aver distrutto 4 carri armati che stavano tentando di avanzare oltre la linea di demarcazione. Sono continuate anche i bombardamenti israeliani su Beirut e sulle principali città del sud. La macchina di guerra israeliana aggiunge altre tre brigate al fronte nord, nel tentativo di schiacciare la resistenza, ma il prezzo pagato sarà molto alto.

Il ministro degli esteri libanese, Abu-Habib, ha dichiarato che “prima del suo assassinio, Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco di 21 giorno. Dopo l’annuncio del piano Biden-Macron, l’inviato della Casa Bianca ci ha informato del consenso di Netanyahu al cessate il fuoco sulla linea di demarcazione tra Libano e Israele. Tramite il presidente del parlamento, Berri, è stata trasmessa un’informativa al compianto Nasrallah, che ha accettato la proposta. Il suo assassinio è avvenuto per impedire la pace nella regione”.

Israele-Iran

Netanyahu ha rivolto un discors o pubblico di minaccia all’Iran: “Pagherete caro!”. Ma poi ha ribadito che la risposta a Teheran sarà coordinata con Washington.

Il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha accusato Israele di aver spinto Teheran a reagire e ha promesso “una risposta più forte in caso di rappresaglia di Israele” e ha affermato che l’Iran “non cerca la guerra con Israele”.

L’ipocrisia dei paesi Nato è insita in questo doppio standard. Si sono mobilitati politicamente e militarmente per difendere Israele e condannare l’attacco iraniano, ma per il Libano nulla. È stato svolto addirittura un G7 virtuale per discutere della situazione. Israele è il figlio prediletto del colonialismo europeo e la punta di diamante del predominio USA nella regione.

Genocidio a Gaza

I generali israeliani hanno compiuto ieri 5 stragi a Gaza. Sono stati uccisi 89 civili e feriti 165. Una mattanza impunita, sostenuta da Stati Uniti e Nato con sostegno diplomatico e militare. Le bombe che uccidono i civili palestinesi sono di fabbricazione statunitense e europea. Per i media scorta mediatica del genocidio questi crimini sono invisibili.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Onu

La diplomazia israeliana è fuori di testa. Crede di essere al di sopra di ogni giudizio. Katz, ministro degli esteri di Tel Aviv, ha annunciato che il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres è “persona non grata”. Delirio di onnipotenza. Questo attacco è concertato segretamente con le diplomazie dell’ipocrita Europa. Non a caso, la ministra degli esteri tedesca ha chiesto che il prossimo segretario generale dell’ONU sia una donna. È una proposta che nasconde la volontà di non rinnovare il mandate a Guterres, nel nome della parità di genere. Una nobile causa per coprire le nefandezze della politica di dominio.

Israele

È stato rivendicato da Hamas l’attentato compiuto da due palestinesi di El-Khalil a Tel Aviv e Jaffa. Nell’attacco sono stati uccisi 6 civili israeliani. La polizia israeliana aveva chiarito che gli attaccanti hanno sparato da pistole e colpito con coltelli, prima di essere uccisi dagli agenti arrivati in soccorso dopo l’allarme. La ripresa degli attacchi suicidi è l’incubo delle forze di sicurezza israeliane. La dura repressione, la colonizzazione selvaggia delle terre palestinesi e la guerra genocidaria a Gaza spingono ad azioni disperate.

Cisgiordania e Gerusalemme est

Coprifuoco a El-Khalil e rioccupazione permanente di Jenin. Dopo l’attacco suicida a Tel Aviv e Jaffa, l’esercito di occupazione israeliano ha imposto il coprifuoco a El-Khalil, una sorta di punizione collettiva da imprimere a tutta la popolazione della città dalla quale provengono i due attentatori. Il coprifuoco durerà fino a domenica, salvo rinnovo. I negozi sono stati chiusi da ieri sera, è stato permesso alle persone di tornare a casa dal lavoro, ma poi sono stati blindati per 24 ore al giorno e rimarranno rinchiusi dentro per 4 giorni.

A Jenin, invece, l’esercito ha trasformato alcune case, svuotate dagli abitanti, in caserme per un’occupazione permanente della città indomata.

Prigionieri

L’avvocato palestinese Iyad Abu-Sneina, di Gerusalemme, è stato incarcerato per 11 mesi senza accusa e senza processo. Dopo gli innumerevoli ricorsi dei suoi difensori, gli sono state rivolte accuse ridicole riferite alle sue lotte contro l’occupazione quando era studente alle superiori ed all’università. Al suo rilascio ha rilasciato un’intervista ad Al-Jazeera nella quale ha denunciato le torture subite. “Noi detenuti palestinesi abbiamo subito nelle carceri israeliane torture indicibili, maltrattamenti e soprattutto pressioni psicologiche. Ci lasciavano nudi nelle celle e durante gli interrogatori, picchiavano gli organi sensibili, con l’intento di lasciare menomazioni permanenti, come i colpi sui genitali, sulle ginocchia e sulla testa. Uno dei trattamenti più degradanti è la violenza sessuale. La sodomizzazione è una pratica consuetudinaria, per umiliare il detenuto, soprattutto i più giovani e particolarmente i minorenni”.

Corte di Giustizia Int.

Le Maldive hanno comunicato alla Corte di Giustizia Int. all’Aja la decisione di affiancare il ricorso del Sud Africa  contro Israele con l’accusa di genocidio a Gaza. Loo ha annunciato dal palco dell’Assemblea dell’ONU il presidente delle Maldive, Mohammed Muizzo. “Israele deve rispondere delle proprie azioni contro l’umanità”. Poi ha aggiunto: “Israele deve essere ritenuto responsabile dei suoi atti illegali a Gaza. Lo stato di diritto deve essere rispettato e Israele deve cessare i suoi atti genocidi contro il popolo palestinese. Le Maldive saranno sempre dalla parte dell’umanità, della pace e della giustizia e, nel farlo, continueremo a stare al fianco del popolo palestinese. Lo Stato di Palestina deve essere riconosciuto e istituito sulla base dei confini precedenti al 1967, con Gerusalemme Est come capitale”. (Leggi la dichiarazioni sull’account social del presidente Muizzo; in inglese).

Solidarietà/Manifestazione 5 ottobre

La questura di Roma, sulla base delle determinazioni del ministro dell’interno, ha vietato la manifestazione di Roma di domenica 5 ottobre, in nome degli asseriti timori di “pericolo per la sicurezza”. Un allineamento del governo italiano con la politica genocidaria di Netanyahu.

Il ricorso al Tar è stato respinto e la seduta del tribunale per affrontare la questione è stata fissata il 28 ottobre. Tempestivi questi giudici.

L’on. Luisa Morgantini e assopacPalestina hanno emesso un comunicato di condanna a questa azione discriminatoria nei confronti dei palestinesi e di repressione del dissenso. (Abbiamo pubblicato il testo integrale dellla dichiarazione).

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