La morte di Raúl Castro e altre infamie inventate dalla stampa occidentale serva della CIA

cubainformacion.tv – 03/10/2024

Cubainformación – Articolo: La morte di Raúl Castro e altre infamie (cubainformacion.tv)

 

Dalle reti sociali, i bot della CIA e della pleiade controrivoluzionaria dicono a Cuba cosa deve fare per porre fine al blocco omicida imposto dal governo degli Stati Uniti e che provoca vittime, ogni giorno, tra la popolazione civile cubana: risalire al 1959 e al regime di oppressione e controllo politico che Washington esercitava sull’economia e la politica dell’isola. Il tutto sotto l’eufemismo di “recuperare la costituzione del 1940 e la democrazia”. Sì, sì, quella costituzione – di natura progressista – che non è mai stata applicata a Cuba, è sempre rimasta lettera morta. In breve: popolo cubano, arrendetevi, togliamo il blocco che soffoca la vostra vita! Ah, ma non hanno detto che questo blocco non esiste?

Parliamo di guerra psicologica e dell’ennesima volta che viene annunciata la morte di Raúl Castro. “I morti che uccidi sono in buona salute.” Come dice la canzone, “non era morto, stava facendo festa”, perché qualche giorno fa Raúl è apparso con il presidente del Vietnam. Per tutto questo citeremo un miserabile di nome Juan Juan, un mercenario e traditore che, per soldi, di Miami, insulta la memoria di suo padre, Juan Almeida Bosque, eterno comandante della Rivoluzione cubana. Fortunatamente, il famigerato Juan Juan è solo una pecora nera in una famiglia veramente impegnata e patriottica.

Ci fermeremo ad esaminare il numero di “giornalisti indipendenti” a Cuba, in questo caso Cubanet, un media digitale che, dal 1994 e con il finanziamento del governo degli Stati Uniti – che gli Stati Uniti non avrebbero mai permesso il contrario – ha cercato di destabilizzare, con falsità e propaganda, la società cubana e il suo ordine costituzionale. Pascual Serrano ci manda un tweet che dice: “Un ragazzo insulta due donne definendole zoppe e sdentate, e loro fanno vedere questo video per ‘mostrarci’ come lo stanno minacciando (che non parlano nemmeno) a nome del governo. Una tremenda repressione soffre di questo carattere”. Riproduciamo il video. Non perderti il grottesco, a meno che l’imbarazzo degli altri non influisca molto sulla tua salute.

Viaggeremo anche a Miami, dove stanno cercando di catturare qualcuno che ha osato piazzare, su un autobus di trasporto passeggeri, un messaggio di sostegno a Fidel e Raúl, e dove le autorità hanno offerto una ricompensa di 25 mila dollari a chiunque riesca a catturare gli autori di un graffito chavista. Nuovi esempi di libertà made in Miami! Sì, sì, quello che ci dicono a Miami di cui c’è tanto bisogno… a Cuba!

Parleremo anche di blackout. Senza minimizzare la gravità della situazione elettrica a Cuba (peggiore che mai), stiamo parlando dell’Ecuador, un paese capitalista, il cui governo applica una politica neoliberista, che non soffre di un blocco economico come quello di Cuba e che, inoltre, è un produttore di petrolio. Ebbene, lì – si legge – ci sono blackout fino a 14 ore di fila. In Argentina è stato annunciato anche un programma di blackout programmati. Ma no, sapete, qui non c’è colpa del regime!

 


 

Estratti principali da “El Batazo”

1 – Blocco contro Cuba: ricatto mafioso con migliaia di vittime

2- Non sono riusciti a uccidere Fidel, ci riprovano con Raúl

3- Cubanet: esempio della latrina dei media mercenari anticubani

4- Libertà a Miami: a caccia di autori di graffiti chavisti e cartelli Viva Fidel

5- Quando non avranno più nulla da inventare: valigie di soldi cubani per “comprare funzionari dell’ONU”

6- Blackout a Cuba, blackout in Ecuador e Argentina

7- Il cinismo dell’Unione Europea di fronte al genocidio di Israele

 

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