[Anbamed] Notizie dal Medio Oriente (08 ottobre 2024)

Rassegna 08/10/2024

 

Ecco il link per chi ha perso l’editoriale sul 7 ottobre. QUI

 

Le notizie:

Genocidio a Gaza

Fonti ospedaliere hanno informato di aver ricevuto, ieri 7 ottobre, 77 corpi di vittime dei bombardamenti israeliani sui campi di sfollati. I caccia di Tel Aviv hanno preso di mira l’ospedale di Deir Balah nel centro della Striscia. È stato ferito un video-reporter di Al-jazeera, Alì Al-Attar, mentre stava trasmettendo in diretta. Gli attacchi più duri sono concentrati nella zona nord, con attacchi anche di terra contro la popolazione, per costringerla ad evacuare. Anche stamattina, l’esercito ha ripetuto le sue minacce alla popolazione ordinando a tutti di abbandonare l’area al di sopra del Wadi (denominato da Israele con il nome ebraico Netzarim, per rievocare il nome di una colonia ebraica smantellata nel 2005).

Il ministero della sanità palestinese ha comunicato che il numero delle vittime in un anno dell’aggressione israeliana è arrivato a 41.909 uccisi e 97.303 feriti.

Hamas ha lanciato da Gaza alcuni razzi sulla zona di Tel Aviv, che secondo l’esercito israeliano dono stati intercettati.

Il nostro commento quotidiano fisso: Ci sono ancora coloro che obiettano che non si tratti di genocidio, basandosi su congetture

storiche e non guardando la realtà delle cifre e delle intenzioni dichiarate dai politici e generali israeliani. Chiudono gli occhi e dicono: “Dire che Israele commette genocidio è una bestemmia”.

Pronunciare una frase simile è la vera bestemmia nei confronti della memoria dei sei milioni di ebrei assassinati dal nazismo tedesco.

Libano-Israele

La guerra israeliana contro il Libano non vede una fine. Anche la scorsa notte, il fiume di fuoco è sceso dal cielo contro i quartieri residenziali a sud della capitale e i bombardamenti hanno toccato zone limitrofe all’aeroporto. L’attacco vicino all’aeroporto è avvenuto proprio mentre sulla pista stava atterrando un aereo cargo carico di aiuti sanitari inviati dall’OMS. 100 caccia sono stati impiegati e l’esercito ha annunciato l’uccisione del capo del Quartier generale di Hezbollah.

Israele ha deciso di bombardare il Libano anche dal mare. Esattamente è lo stesso scenario di Gaza.

Un portavoce del dipartimento di Stato Usa ha affermato che Washington ha ritirato dal tavolo tutti i suoi tentativi di trovare una soluzione negoziale. “Questa è una guerra che sarà lunga, malgrado le rassicurazioni che ci erano state avanzate su un’invasione di terra limitata, nello spazio e nel tempo. Non sarà così”.

400 mila i profughi libanesi fuggiti in Siria. Una fiumana di gente che vaga anche a piedi per cercare riparo, ma che in realtà non c’è nessuna difesa. I bombardamenti israeliani sui valichi di frontiera hanno messo in pericolo la vita di chi fugge dalla guerra.

A Bint Jbeil, un bombardamento israeliano ha ucciso 10 vigili del fuoco che stavano operando nei soccorsi.

Nel sud Libano è stato messo fuori servizio un quarto ospedale. La predeterminazione israeliana a colpire il sistema sanitario è un disegno diabolico, che non viene sottolineato dai giornaloni scorta mediatica di Israele.

Le vittime dell’aggressione israeliana hanno già superato i 2000 uccisi e i 10 mila feriti e c’è ancora chi scrive attacchi mirati contro le basi di Hezbollah. Non è giornalismo, è copia e incolla dei comunicati dell’esercito israeliano, senza verifica e senza un pensiero critico. La scusa dell’assenza di giornalisti internazionali, che era stata avanzata sulla situazione a Gaza (per il divieto dell’esercito invasore, ricordiamolo), a Beirut non vale più.

Israele-Iran

Tutti gli indicatori segnalano che Netanyahu intende bombardare i siti nucleari iraniani. Ad una settimana dall’attacco missilistico iraniano su Israele, da Tel Aviv arrivano segnali pericolosi e “consigli” da oltre atlantico che mettono in guardia dal colpire le centrali di Teheran. È la stessa tecnica comunicativa della diplomazia USA che fornisce le armi ad Israele per bombardare i civili palestinesi a Gaza e poi chiede, a parole, di rispettare le leggi internazionali di guerra. La presenza di Michael Kurilla, capo del Centcom, in Tel Aviv a discutere con i generali israeliani le modalità di attaccare l’Iran, non è affatto rassicurante. Ricordiamo che lo scorso giugno, quando Kurilla era presente in Israele a discutere dell’andamento dell’aggressione a Gaza, l’esercito invasore ha compiuto la più raccapricciante strage di profughi palestinese, quella di Nuseirat, 275 uccisi e 689 feriti.

Dal fronte iraniano non mancano le dichiarazioni bellicose: “se Israele ci attacca colpiremo ancora più duro. Abbiamo una banca dati di obiettivi israeliani da colpire. Prenderemo di mira le infrastrutture e le centrali dell’industria bellica”, ha detto il ministro degli esteri di Teheran, Araqji.

Cisgiordania e Gerusalemme est

I soldati israeliani hanno sparato e assassinato un bambino di 12 anni nel campo profughi di Qalandia, a nord di Gerusalemme est. L’assassinio di Hatem Gheith è avvenuto durante il rastrellamento del campo. Altre 8 persone sono rimaste ferite da proiettili; sono state colpite le parti alte del corpo, segno che chi ha sparato intendeva uccidere.

Si sono tenuti a Dora, vicino ad El-Khalil (Hebron) i funerali dell’icona della lotta nonviolenta palestinese contro l’occupazione israeliana, Ziad Abu Hlel, assassinato a sangue freddo dai soldati israeliani che avevano occupato la sua casa. (Leggete qui la sua esemplare lotta nonviolenta)

Siria

Continuano gli attacchi missilistici israeliani sul territorio siriano. Obiettivo questa volta una fabbrica di auto nella provincia di Homs. Un comunicato laconico dell’esercito siriano parla di danni gravi ma nessuna vittima. Per la seconda volta viene inoltre preso di mira un convoglio di aiuti sanitari diretto in Libano. È una predeterminazione dello sterminio del maggior numero di persone in Libano.

Tunisia

Il presidente Saied ha vinto le elezioni per un secondo mandato di 5 anni. La commissione elettorale ha comunicato i dati ufficiali: ha partecipato al voto 2,808.000 votanti, meno di uno su tre dei 9.700.000 aventi diritto al voto. La percentuale di voti ottenuti è di 90,7%, una cifra che ricorda quelle ottenute dall’ex dittatore Ben Alì. Nei seggi elettorali è stata notata l’assenza dei giovani, che rappresentano la metà della società tunisina. È un risultato costruito a tavolino: La maggior parte dei concorrenti forti sono stati esclusi e un concorrente giovane (44 anni) e imprenditore, Zammal, è stato messo in carcere e condannato in tre processi con un’accusa prefabbricata: falso in atto pubblico. Malgrado la sua assenza dalla campagna elettorale, Zammal ha ottenuto il 6,7% dei voti. L’altro candidato, Mighzawi, in realtà era una maschera per evitare la candidatura unica: è un sostenitore di Saied. Una grave degenerazione della giovane democrazia tunisina figlia delle Primavere arabe.

Solidarietà nel mondo

Durante la manifestazione di solidarietà con la Palestina e per la fine del genocidio a Gaza, l’attivista ambientalista, Greta Thunberg (@GretaThunberg) ha criticato, in un’intervista a Red media a Berlino, la Germania per aver “finanziato e legittimato l’occupazione dell’apartheid in Cisgiordania e Gerusalemme est e il genocidio di Israele a Gaza”. Guarda il video qui

A Roma, sabato 5 ottobre, un gruppo di giovanissimi fascisti hanno aggredito un giovane che stava lasciando la piazza Ostiense con in mano una bandiera palestinese. Uno dei tre gli ha chiesto una sigaretta e poi gli ha sferrato un pugno in faccia. “Ho stretto al petto la bandiera, perché non volevo dargliela vinta, ma mentre ero a terra sanguinante, gli altri due mi hanno colpito con calci e pugno e sono scappati con il loro trofeo”. Per fortuna che alcuni dei presenti hanno filmato la fulminea scena e il video è stato consegnato insieme alla denuncia alla polizia.

 

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