Fulvio Grimaldi – 11/10/2024
VAL DI SUSA, L’ALTRA GUERRA
Trattamento sionista di una valle
Questa sera, venerdì 19 ottobre, alle 20.00 su
https://www.quiradiolondra.tv/live/
Alberto Perino, psichiatra, leader del Movimento No Tav da almeno 6 lustri e, se mi posso permettere, mio amico e, poi, protagonista del mio documentario “Fronte Italia – Partigiani del Duemila”. E’ morto giorni fa. La valle, che ha difeso con tutte le sue forze, tutta la sua intelligenza, tutta la sua vasta e profonda cultura politica, sociale e ambientale, ne è vedova. Le barricate del popolo, dei combattenti per giustizia, libertà, autodeterminazione e per casa, comunità e storia, alle quali Perino era stato in testa per oltre vent’anni, resistono, resisteranno, continuano a vedere ciò che i suoi occhi vedevano, limpida e immancabile: la vittoria.
Nei giorni scorsi c’è stata la centesima, duecentesima, millesima, violenza dello Stato contro i cittadini titolari del territorio, della volontà, del diritto della Valsusa a decidere di sé. Di sé, ma nell’interesse del paese, anzi, dell’umanità tutta. Come l’ha saputo riunire in valle Alberto Perino quando ha raccolto intorno a se i coscienti della vita nostra e loro; i nativi delle Ande, i Sami dell’Artico, i mongoli della steppa, i palestinesi occupati, espropriati e perseguitati come i valsusini. E tanti altri di quelli dotati di coscienza e volontà di resistenza e contrattacco.
Alberto era stato il promotore dell’acquisto, da parte di un migliaio di cittadini, di un terreno sul quale alitava la voracità di chi, dalla fine del secolo scorso, punta a sventrare e desertificare la valle con un progetto tanto demenziale quanto speculativo e arrogante: l’Alta velocità (poi, per mancanza di traffico, ridotta ad alta capacità di merci). Un progetto inutile, accanto a una ferrovia Torino-Lione già sottoutilizzata, dovuto alla fregola delinquenziale di una consociazione politico-industriale che si ripromette di pasteggiare a un banchetto di 9 miliardi per 370 km, gli uni e gli altri rubati alla gente e che inevitabilmente le sarebbero poi costati il doppio.
Assolutamente indifferenti ai diritti di proprietà, quando ostano al profitto, quelli del TAV, da sempre confortati dalle autorità regionali, amministrative e giudiziarie (tipo il ladro confesso e patteggiato Fassino, già sindaco di Torino), hanno deciso espropri su quel terreno e stanno procedendo a occuparlo. Serve l’ennesimo cantiere per il mostro-salvadenaio dei manigoldi consorziati.
Ho passato molte settimane, ripetutamente, in Val di Susa, con Perino, Nicoletta Dosio, i combattenti irriducibili dell’Askatasuna di Torino e di tanti altri centri di aggregazione antisistema. Il materiale raccolto e collocato nel docufilm sopra nominato, si estende su altri NO della società in lotta che presidiano il paese e con la Val di Susa fanno rete. Quei NO che turbano il rullo compressore di personaggi come l’attuale Matteo Salvini e suoi supporter che lui supporta, spesso con la coppola in testa e il mitra sotto la giacca.
E sono i NO TAP del Salento contro l’oleodotto che squarcia l’Italia, per far vendere a Big Oil petrolio all’estero; i NO MUOS di Niscemi, tuttora in lotta contro l’impianto di quattro mega-antenne satellitari USA che devono dirigere le guerre che Washington e NATO allestiscono per fare viaggiare la loro flotta capitalcolonialista su quegli oceani di sangue; i NO POLIGONI e NO BASI che vaiolizzano ambiente e umani dalla Sardegna alla Sicilia, dal Friuli alla Toscana, dalla Campania alla Puglia.
Quando ora, finalmente, prenderà slancio e vigore la nostra lotta contro la guerra, ricordiamoci che lo sterminio non è solo di paesi e popoli al di là dei nostri confini. Che a contribuire al suo successo servirà avere coscienza anche della guerra in cui le ruspe sostituiscono i carri armati, che si vince avendo piedi fermi su una terra salda e viva. Come quella per cui si lotta in Val di Susa e nelle altre trincee dei “partigiani del Duemila”. Nel conforto di ricordi che vanno dal Che Guevara ad Alberto Perino.