[Forum dei Comunisti] Organizzare le forze contro la guerra

Forum Italiano dei Comunisti – 24/10/2024

forumdeicomunisti.it

ORGANIZZARE LE FORZE CONTRO LA GUERRA

Possiamo dire che questo è il momento in cui si sente la mancanza di una forza antimperialista organizzata capace di bloccare la deriva del governo atlantista italiano legato alla politica UE e NATO. Ci si rende conto che si va avanti ancora con le emozioni del momento e soprattutto ci si culla nell’illusione che la guerra sia ancora lontana.

Ebbene, le cose non stanno proprio così, il pericolo è molto più grande di quello che si pensi e non si può dire che siamo attrezzati per affrontarlo. In altri termini c’è molta preoccupazione in giro, ma non mobilitazioni vere contro la guerra.

Il pacifismo si è rintanato nei convegni, mentre Santoro dopo l’avventura elettorale di Pace, Terra e Dignità, nata sul solito terreno della sinistra perbene ha finito di esistere. D’altronde si poteva concepire un progetto partitico su un terreno saturo di vicende come Rifondazione, Potere al Popolo ecc.?

Una lista per la pace alle elezioni europee poteva essere un segnale importante, ma bisognava puntare su due cose: dire chiaramente che la lista era contro l’Europa della guerra (una sorta di referendum contro questa Europa della guerra) e creare una struttura di movimento che raccogliesse in modo unitario le forze e da lì partire per realizzare le condizioni parlamentari e organizzative per un’azione permanente. Questo noi del Forum abbiamo proposto all’epoca, ma così non è stato e quindi bisogna ricominciare da capo.

Da che cosa in particolare? Due questioni vanno poste seriamente al centro. La prima riguarda il passaggio dal movimentismo al progetto. Bisogna discuterne coi settori politicamente più consapevoli in modo che si comincino a creare le condizioni organizzative per sostenere battaglie più dure mano mano che il pericolo del coinvolgimento diretto dell’Italia nella guerra si avvicina. L’altro aspetto del lavoro da intraprendere è portare in profondità la propaganda contro la guerra e contro chi, in Italia, la alimenta uscendo fuori dai circuiti scontati e ponendosi il problema di chi viene quotidianamente bombardato dalla propaganda atlantista.

Senza una consapevolezza di massa non si riesce ad andare molto lontani.

Il ritardo che si registra nello sviluppo del movimento riguarda anche la difficoltà di dare un’articolazione all’intervento politico. C’è bisogno che la tendenza al pacifismo che si manifesta in alcuni settori della società civile diventi qualcosa di concreto e mobilitante. E soprattutto c’è bisogno che la grande galassia dei gruppi e gruppetti smetta di guardare il dito quando bisogna invece occuparsi della luna. Che in altre parole significa che da soli non si va da nessuna parte e che le bandierine vanno messe in soffitta. Aprire un dialogo su questo e costruire basi solide per un movimento contro la guerra e contro i governi della guerra diventa quindi una necessità impellente.

La lezione del 5 ottobre a Roma è un motivo di riflessione. Una prova come quella dimostra che quando ci si trova in circostanze difficili bisogna avere strumenti e il senso di responsabilità per affrontarle se vogliamo ottenere risultati.


 

Il 26 ottobre
in piazza contro le guerre
e per costruire un movimento stabile
e unito negli obiettivi

 

Sabato 26 ottobre si ritorna in piazza a Milano, ma anche in altre città italiane (Bari, Cagliari, Firenze, Palermo, Roma, Torino) per dire no alla guerra. A Milano oltre alla manifestazione promossa da Europe for Peace, cioè in Italia da strutture come la Rete Italiana Pace e Disarmo, la Fondazione Perugia-Assisi, ARCI, ANPI, CGIL, UIL e molte altre associazioni, ci sarà il corteo promosso dal Coordinamento per la Pace milanese insieme a quattro organizzazioni palestinesi UDAP (Unione Democratica Arabo Palestinese), GPI (Giovani Palestinesi d’Italia), API (Associazione Palestinesi in Italia) e CPL (Comunita’ Palestinesi Lombarde).

Il coordinamento milanese ([qui] l’appello ad aderire) indica correttamente gli obiettivi: fuori l’Italia dalla guerra e solidarietà con il popolo palestinese e con tutte le vittime di Israele. Europe for Peace si limita a dire basta con la guerra, anche se non rinuncia a parlare di russi aggressori e di Hamas terrorista.

Certamente noi dissentiamo profondamente da queste posizioni, (su questo punto rimandiamo [qui] alla lettera, che condividiamo, inviata al Forum da Marcello Gentile, in risposta anche alle critiche di un altro compagno) ma poniamo il problema, come spieghiamo nell’editoriale, di come vada articolata la lotta contro la guerra tenendo conto che non siamo i soli a dire ‘basta’. Quindi è necessario che si ragioni su due cose: come costruire un movimento contro la guerra a carattere stabile e nazionale, superando il particolarismo, e come articolare il fronte per la pace tenendo in considerazione le varie posizioni in campo.

Sharing - Condividi