Forum Italiano dei Comunisti – 29/10/2024
AUTONOMIA E UNITA’
NEL PROGETTO DEI COMUNISTI ITALIANI
La presenza di un governo come quello della Meloni e l’acuirsi delle guerre ha messo in moto una situazione di cui vanno valutati tutti gli elementi per evitare di essere inchiodati agli slogan senza capire quali forze si sono messe effettivamente in movimento e come vanno raccolte quelle che si contrappongono al neofascismo e al proseguimento del massacro in Palestina e dell’intervento italiano a fianco di Zelensky.
La situazione di cui parliamo comprende le guerre, ma anche la linea di governo su una serie di altre questioni che riguardano il bilancio dello stato, la condizione dei lavoratori, i tentativi di stravolgimento della costituzione, la repressione delle lotte e della libertà di espressione. E non solo.
Su tutto questo bisogna prendere atto che con l’arrivo del governo Meloni c’è stato un salto nella gestione del potere di fronte al quale non ci si può limitare a contrapporre la denuncia, ma bisogna capire con quali mezzi e con quali forze si può concretamente reagire.
Lo scontro è diventato pesante e la necessità di reagire anche. Per questo bisogna uscire dalla semplice protesta e aprire una dialettica a tutto campo con quello che si muove contro il governo Meloni. Non ce la possiamo cavare pensando che il nostro punto di vista possa essere un riferimento unico rispetto a ciò che sta accadendo. C’è un’opinione antifascista, costituzionalista e pacifista che investe ampi settori della società italiana e con essi occorre trovare un punto di incontro.
Con questo non si vuol dire che i comunisti debbano mettersi a rimorchio di altri. La questione è come i comunisti e i settori più avanzati nelle lotte sociali e antimperialiste possono trovare dei punti unitari su cui marciare assieme ad altri per trovare quella massa critica che può modificare i rapporti di forza.
Gli esempi ormai sono molti e qui ne consideriamo solo alcuni. Sull’autonomia differenziata il movimento referendario ha coinvolto un arco molto ampio di forze e le firme hanno superato il milione. Ciò è la dimostrazione palese che, nei fatti, quello che andiamo dicendo sui punti di unità possibili trova una concreta applicazione. E difatti questa non è un eccezione. Su molte altre cose oggi si può unire il movimento e portarlo allo scontro con questo governo della destra.
Consideriamo, ad esempio, per capire la portata delle cose, che una vittoria contro la legge Calderoli peserebbe come un macigno sull’equilibrio e la stabilità del governo.
Nonostante questo esempio, che pure è indicativo, su altre questioni, ancora si va in ordine sparso e con idee confuse. Sulla Palestina c’è stata un buona mobilitazione, grazie anche alle associazioni palestinesi; però quando c’è stata la proibizione di manifestare a Roma il 5 ottobre, nonostante una risposta di massa, la gestione è stata impolitica e non all’altezza della situazione. La provocazione del governo era gravissima, bisognava contrastarla, ma bisognava anche avere le idee chiare su come gestire la battaglia per mettere in crisi le decisioni forcaiole. Non si poteva lasciare allo spontaneismo dell’azione la direzione di un confronto difficile, ma importante ai fini della libertà di manifestare.
Sulla guerra in generale, il movimento si mostra ancora debole e diviso. Alcuni settori di avanguardia si sono schierati con chiarezza sulla guerra in Ucraina e sul sionismo e per tutti noi questi sono punti essenziali di riferimento. Ma il nostro compito di comunisti è quello di essere politicamente efficaci nell’azione. E questo obiettivo si raggiunge quando una massa critica può capovolgere i rapporti di forza.
Insomma, un conto è il punto di vista comunista e altra cosa è la forma che la lotta politica deve assumere. Ma non è la stessa cosa? No, non è la stessa cosa, ed è importante che i comunisti definiscano correttamente il loro ruolo in ogni circostanza specifica.
Una utile discussione
con il segretario del PCI Mauro Alboresi
Il 26 ottobre scorso una delegazione del Forum italiano dei comunisti ha incontrato a Bologna il segretario del PCI Mauro Alboresi, per un confronto sulle prospettive del movimento comunista in Italia e sui contenuti strategici che lo caratterizzano.
L’intento della discussione era anche quello di fare un bilancio, in termini organizzativi e di influenza politica, del lavoro dei comunisti in Italia dopo la liquidazione del Partito comunista italiano.
In questo contesto, i delegati del Forum, partendo dai dati oggettivi, hanno evidenziato la necessità di aprire una discussione a tutto campo affinché il movimento comunista in Italia possa raggiungere una vera incisività nella lotta politica e di classe.
I contenuti che il Forum ha posto al centro del confronto sono stati condivisi, in linea di massima, dal compagno Mauro Alboresi e l’intenzione prospettata è quella di arrivare ad una collaborazione su obiettivi condivisi.