Roma, 16 Novembre: Presentazione libro di Sahra Wagenknecht: “Contro la sinistra neo-liberale”

Vincenzo Brandi – 12/11/2024

 

PRESENTAZIONE A ROMA DEL LIBRO DI SAHRA WAGENKNECHT: “CONTRO LA SINISTRA NEOLIBERALE”. INDICAZIONI PER UNA NUOVA SINISTRA EUROPEA?

 

Il prossimo 16 novembre sarà presentato a Roma (Largo dello Scoutismo 1, alle 9,30) da Vladimiro Giacché, Pierluigi Fagan, ed altri relatori, il libro della nuova leader della sinistra tedesca, Sahra Wagenknecht: “Contro la sinistra neo-liberale” (l’editore Fazi ne ha curato una versione italiana). Il nuovo partito di Sahra ha avuto ottimi risultati nelle recenti elezioni in vari lander tedeschi della Germania Orientale su parole d’ordine che comportavano un rilancio dei temi di classe della giustizia sociale, del ruolo dello stato nazionale inteso soprattutto come stato sociale e pianificatore che difende i più deboli, e di conseguenza anche sul tema della difesa degli interessi nazionali minacciati da imperialismi, egemonismi, grandi gruppi finanziari e colossi informatici, e i loro agenti: le strutture internazionali come UE, NATO, Fondo Monetario Internazionale, Banca Europea.
Sahra fa notare come ormai le tematiche di quella che lei definisce “sinistra neo-liberale” o “sinistra alla moda” si esauriscano in parole d’ordine che comportano solo la difesa di veri o presunti “diritti umani”. A livello internazionale questi “diritti” sono spesso usati come pretesto per scatenare guerre di aggressione o “rivoluzioni colorate” con l’utilizzo di ONG “umanitarie” opportunamente prezzolate (ne hanno subito le conseguenze l’ex-Jugoslavia, Siria, Libia, Afghanistan, Ucraina, Georgia, ecc.). Nei singoli paesi neo liberisti si invocano diritti strettamente individualistici, o di difesa di particolari minoranze (persone LGBT, migranti, ecc.). Ne nascono nuove ideologie d’accatto come l’ideologia “gender fluid” per cui la libertà individuale consisterebbe nello scegliersi il sesso indipendentemente dalla biologia. Chi scrive può testimoniare che in certe scuole inglesi si impedisce l’uso di pronomi maschili e femminili sostituiti solo da pronomi plurali perché “neutri”. In varie scuole statunitensi, ed ora anche in Italia, si cerca di contrabbandare ideologie e la propaganda transgender come simbolo di libertà in sostituzione della lotta di classe e delle lotte antimperialiste e per la pace. Ovviamente questo non ha nulla a che fare con la parità di diritti di ogni persona indipendentemente dal sesso o dalla tendenza sessuale assicurata in Italia dalla nostra Costituzione.
Anche per quanto riguarda il problema delle migrazioni, fermo restando la condanna di ogni forma di razzismo e l’obbligo morale di soccorrere qualsiasi persona in pericolo o in difficoltà, bisognerebbe analizzare il fenomeno razionalmente e senza pregiudizi. Chi dice che sarebbe “progressista” che milioni di disperati si mettano in marcia indebitandosi ed affidandosi a gruppi criminali per poi, se sono fortunati e non muoiono o non vengono sequestrati per strada, avere il diritto di venire a fare gli schiavi nei paesi “ricchi” a 2 dollari o a 2 euro l’ora, vittime di “caporali” e padroni? Tutto questo, che è l’equivalente del passato commercio degli schiavi, non serve ai paesi di origine che perdono masse di persone valide che potrebbero lottare per lo sviluppo dei loro paesi e per una reale indipendenza dall’imperialismo e dal neo-colonialismo; non serve ai migranti irregolari che finiscono nei centri di raccolta, o a fare gli schiavi, o a delinquere se non riescono ad inserirsi; non serve ai lavoratori dei paesi di accoglienza che vedono diminuire salari e diritti per la presenza di una grande massa di lavoratori in nero disponibili a vivere con compensi ridotti e di sopravvivenza. Non a caso sono le Confindustrie italiana o tedesca ad invocare l’arrivo di carne fresca da sfruttare. Il problema di un inserimento giusto e corretto di una quota di migranti va valutato con giudizio, respingendo anche quelle soluzioni tanto oppressive quanto ridicole di mandare gli irregolari in Ruanda (come proposto dai Conservatori britannici) o in Albania come propone il nostro governo. Al primo posto viene il rispetto dei paesi di provenienza che non dovrebbero essere sottoposti ad interventi militari e sfruttamento delle risorse, ma anzi aiutati a svilupparsi (anche se molti giustamente stanno pensando da soli a prendere in mano il loro destino).
Altro luogo comune dei neo-liberali è quello di voler imporre “rivoluzioni verdi” in modo dogmatico, burocratico e fondamentalista con pessimi risultati: ad esempio il fenomeno di note imprese automobilistiche sull’orlo della chiusura per non riuscire a vendere le costosissime auto elettriche (anche per la concorrenza della Cina che le produce a metà prezzo). Si distinguono in questo i Verdi tedeschi, allo stesso tempo ecologisti fondamentalisti e fanatici guerrafondai
Infine, vorrei sottolineare che un altro vizio della nostra sinistra neo-liberale è quello di fare operazioni opportuniste o sbagliate nascondendosi dietro ad un “antifascismo” di maniera. Per esemplificare quanto detto ricordo il disastroso comportamento del cosiddetto “Fronte Popolare” francese. Prima ha tenuto a galla l’atlantista ed agente del capitalismo Macron regalandogli i voti a causa di un presunto pericolo fascista (in realtà le cose sono molto diverse dai tempi degli anni ’30 del secolo scorso quando c’erano al potere i veri fascisti di Hitler e Mussolini, mentre oggi il principale pericolo per la pace è costituito proprio dai presunti “democratici” neo-liberali che ci stanno portando alla guerra). Poi gli esponenti del Fronte Popolare si sono lamentati per essere stati esclusi dal governo, come era ovvio prevedere, e si sono sempre più coperti di vergogna votando al Parlamento europeo in favore delle armi all’Ucraina e per togliere ogni limitazione all’uso delle armi della NATO contro la Russia.
Naturalmente quando si cerca di ragionare fuori degli schemi scattano subito accuse di “rosso-brunismo” da parte dei pasdaran dell’atlantismo neo-liberista come quello portato avanti dai “democratici” statunitensi e italiani, dai Verdi e Socialdemocratici tedeschi, ecc., ed anche da parte di qualche compagno che non ha capito bene. Pensiamo sia venuto il momento di rilanciare una sinistra europea ragionando seriamente sulle cose senza lasciare certe tematiche e problematiche nelle mani della demagogia della “destra” che avanza (dal Rassemblement National francese, all’AFD in Germania, a Orban in Ungheria, a Trump che, promettendo un rilancio dell’economia e una re-industrializzazione degli USA, ha travolto le finte “progressiste” e fanatiche guerrafondaie Hilary Clinton e Kamala Harris). Bisognerebbe anche ragionare sulle profonde trasformazioni sociali avvenute dai tempi di Marx con la formazione di una gigantesca classe media ed il concentramento del potere e della ricchezza nelle mani di ristrettissimi gruppi, ma di questo contiamo di riparlare in prossimi articoli.
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